I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, coordinati dalla Procura di Roma, hanno effettuato indagini nei confronti di alcuni imprenditori colombiani ritenuti dalle autorità degli Stati Uniti d’America coinvolti in una vasta rete di corruzione internazionale finalizzata all’ottenimento di numerosi ed ingenti contratti commerciali con il Governo del Venezuela tra cui quello relativo ai sussidi alimentari, comunemente noto come Clap (Comités locales de abastecimiento y producciòn), e nel riciclaggio dei relativi proventi.
Sono emerse, in particolare, le figure di due fratelli colombiani di origine libanesem A.N.S.M, 48 anni, e L.A.S.M., di 43, oggetto di una serie di indagini penali da parte di diversi Paesi (Stati Uniti d’America, Bulgaria, Colombia) per ipotesi di corruzione internazionale, traffico illegale di oro, riciclaggio, appropriazione indebita, importazioni ed esportazioni fittizie, truffa aggravata ed inseriti dal Dipartimento del Tesoro degli Esteri e della Financial Intelligence degli Stati Uniti d’America nelle liste Ofac (Office of foreign assets control). Più nel dettaglio, attraverso la corruzione di funzionari venezuelani, il principale indagato sarebbe riuscito a costituire notevoli provviste di denaro che da diversi Paesi, anche inseriti in Black List (Panama), sono poi, in parte, confluite in Italia sotto forma di investimenti e pagamenti.
E’, tra l’altro, oggetto di investigazioni una fitta rete di veicoli societari localizzati in diversi Paesi anche a fiscalità privilegiata, gestiti da una serie di prestanomi e membri della propria famiglia. In particolare, sono state rilevate due operazioni caratterizzate da elevata opacità riguardanti, rispettivamente: il trasferimento di ingenti disponibilità economiche su un conto corrente italiano attraverso plurimi bonifici provenienti dall’estero (Spagna e Inghilterra), privi di motivazione sottostante; l’acquisto, nell’ottobre 2018, di un immobile di altissimo pregio sito nel centro storico di Roma (via Condotti) del valore di circa 4,8 milioni di euro, intestato ad una società inglese riconducibile alla moglie italiana del principale indagato.
Durante le indagini, si è proceduto al sequestro di somme depositate su conti correnti pari a circa 1,8 milioni di euro e dell’immobile. Quattro i soggetti complessivamente indagati per trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio. Sono state, altresì, eseguite numerose perquisizioni locali nei confronti dei due fratelli colombiani, nonché dei soggetti italiani a vario titolo coinvolti nella vicenda. Nel corso di tali attività, sono stati sottoposti a sequestro anche somme di denaro contante (in valute varie) pari a circa 31mila euro, nonché 8 quadri e un arazzo.