Dopo il successo con la prima edizione firmata “Betelgeuse Editore” è tornato in libreria il romanzo di esordio dell’aversana Gabriella Ronza, penna di Pupia.tv da diversi anni. Un nuovo marchio e una nuova copertina accompagnano il titolo ormai noto ai lettori più affezionati: “La macchia nel sangue”, primo volume della saga di “Aeterna”. L’abbiamo intervistata in vista di questa nuova avventura.
La tua nuova casa editrice si chiama “Le Mezzelane Casa Editrice”. Come mai questo cambiamento? E come ti senti rispetto alla tua prima pubblicazione? Sei ormai abituata? «È una casa editrice conosciuta per caso a una fiera, grazie ai suggerimenti di un collega. Mi permette una distribuzione più capillare che mai avrei sperato per il mio libro, quindi sono contentissima di questo cambiamento e le sono molto riconoscente. “Aeterna” era un progetto già avviato altrove, credo non sia stato facile per il mio editore approcciarvici. Abituata? Neanche per sogno. Mi sento ancora più imbarazzata e impacciata della prima volta. Sono cresciuta, maturata. “La macchia nel sangue” mi ricorda cosa sono e cosa sono stata. Parlare del libro, ora, alle persone è come parlare di un’altra me e non è sempre facile farci i conti».
Quanto è cambiato il libro nel passaggio da una casa editrice all’altra? «Più di quanto si possa pensare, ma meno di quanto possa sembrare. Il libro ha una nuova copertina, ad esempio, ma questo è solo l’aspetto più evidente. I miei editor hanno ritenuto necessario apportare alcune modifiche (come quella sul nome di due personaggi) e io stessa ho deciso di introdurre qualcosa di nuovo. Ovviamente niente che abbia modificato la trama. Nel rispetto dei lettori della prima edizione, la struttura narrativa non è cambiata. Gli stessi potranno leggere il secondo volume senza grandi problemi di comprensione».
Durante quest’anno, con la prima edizione, sei andata in giro in vari luoghi d’Italia. Qual è stata l’accoglienza? «Positivissima. Ho incontrato molti ragazzi nelle scuole e ho partecipato a molti eventi in Campania. Sono stata, inoltre, in due scuole, e recentemente, in una libreria in Lombardia e poi in una televisione veneta».
Quale presentazione ricorderai per sempre? «Tutte, nessuna esclusa. Le persone che ho conosciuto mi hanno fatto sentire a casa e benvoluta e, soprattutto, sono sempre apparse molto interessate alla mia scrittura. Non credevo fosse possibile, non in questa misura almeno. Non è affatto ovvio succeda. Tuttavia, un posto nel mio cuore ha la presentazione in una scuola della mia zona. Alunni e professori prepararono un buffet, dei fiori e dei cartelloni sul mio libro. Mai prima di allora mi ero sentita così onorata».
La cosa più bella che hanno detto sul tuo libro? «”In te forse un giorno potrei smettere di credere, ma in Aeterna mai”». La cosa più brutta? «Non c’è ancora stata una critica veemente, ma ho sentito qualche commento negativo sulle mie scelte editoriali». Continuerai a scrivere? «Ultimamente sembro avere sempre troppo poco tempo e la mia creatività ne ha leggermente risentito, ma datemi una penna, un po’ di pace e i Two Steps from Hell in sottofondo e scriverò il mondo (o di un “mondo”, che dir si voglia)».
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