Aversa (Caserta). È stata davvero una bellissima iniziativa artistica e culturale l’importante evento “Il Guercino Restaurato”, che è stato promosso da don Pasqualino De Cristofaro, rettore del complesso monumentale ecclesiastico di San Francesco delle Monache, per la presentazione della tela “Madona Asunta in Cielo”, in collaborazione le principali istituzioni coinvolte. La riconsegna del quadro, da circa due anni attribuito dallo studioso e storico d’arte, Massimo Pulini, pittore della città di Cento (Ferrara), a Giovanni Francesco Barbieri, soprannominato “il Guercino”, ha rappresentato una straordinaria e storica giornata di promozione arte, storia, fede e cultura per la città di Aversa, nella splendida cornice barocca della chiesa, per l’occasione particolarmente gremita, alla presenza delle massime autorità civili e religiose, di tanti rappresentanti del mondo della scuola, tra cui tani docenti e diversi dirigenti scolastici, del giornalismo, tantissimi cittadini e appassionati.
La manifestazione di presentazione dei complessi interventi e gli esiti raggiunti, che, promossa dal don Pasqualino De Cristofaro, si è svolta, a conclusione di una complessa attività di restauro, mediante una perfetta sinergia tra le autorità della diocesi normanna, tra cui il vescovo Angelo Spinillo, la Soprintendenza deputata e la società incaricata specializzata, il collettivo della società “Ocra Restauri srl” di Aversa, (l’acronimo di Opere di Restaurazione e Restauro d’Arte), quest’ultima si è avvalsa della professionalità ultradecennale di valenti e stimati professionisti restauratori, accreditati presso il Ministero dei Beni e Attività culturali (Mibac). In un clima di grande entusiasmo, alla presenza di un folto pubblico di appassionati e studiosi, è stato presentato al pubblico e cittadinanza di Aversa e dell’Agro il difficile percorso per il restauro della “Pala d’Altare dell’Assunta”, effettuato nel corso di alcuni mesi avviato. L’evento è stato moderato con provata sensibilità, ottima conoscenza della materia e competenza professionale di natura pluridisciplinare, da monsignor Ernesto Rascato, delegato regionale dei Beni Culturali della Diocesi, il quale ha anche introdotto i lavori, evidenziando il valore dell’inventario informatizzato dei Beni storico–artistici esistenti in tutte le parrocchie e chiese della Diocesi, ai fini dell’attribuzione all’autore del quadro; di poi, ha offerto interessanti cenni e alcune notizie storiche della chiesa di San Francesco, definendola un vero scrigno di storia e arte, per l’ eccezionale patrimonio di opere d’arte, di grande valore e di rara bellezza.
Ha preso, quindi, la parola don Pasqualino, che ha espresso, con parole molto emozionanti, ma di forte soddisfazione, i ringraziamenti allo storico Pulini, alla Soprintendenza, alle autorità e ai cittadini per la partecipazione, alla famiglia dell’imprenditore aversano della società Grafica Nappa, Mario e Nicola, che, in virtù loro mecenatismo, quali sponsor del restauro, e dell’amore verso la città di Aversa, hanno permesso il ritorno del dipinto all’originale splendore. Una riconoscenza e gratitudine, molto particolari, ha rivolto soprattutto le monache di San Francesco, le quali, fede e amore per l’arte, i quanto avvicina a Dio, hanno lasciato un vero patrimonio architettonico-storico-artistico nel corso dei secoli. Nel suo intervento, il sindaco Alfonso Golia, ha sottolineato la rilevanza e l’interesse del restauro di una grande opera, definito un autentico capolavoro per la città, che deve rappresentare un viatico indispensabile per perseguire con impegno nella cultura l’opera di scoperta dei beni artistici e la loro valorizzazione per Aversa.
Per il Soprintendente di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento, architetto Salvatore Bonomo, invece, l’opera di restauro del quadro del Guercino dovrà costituire, da un lato, un primo e rilevante tassello di un lungo percorso, finalizzato all’ attività di conoscenza e conservazione del patrimonio artistico-culturale che ci circonda, e, dall’altro, un messaggio di conoscenza e memoria da trasmettere alle nuove generazioni, dal momento che il patrimonio culturale è una testimonianza di civiltà e di beni, di cui occorre fruire. Nel concludere ha auspicato che il discorso venga portato avanti, mediante la promozione di altre iniziative di restauro di beni, di cui la Chiesa è stata la più grande committenza. Di grande valenza, poi, sul piano scientifico e di interesse, in primis per gli studiosi, sono stati gli interventi della dottoressa Paola Coniglio (Soprintendenza) e del direttore tecnico della società Ocra Restauri srl, dottor Vincenzo Salomone.
La dottoressa Coniglio, dopo aver messo in risalto l’attenta guida del rettore De Cristofaro durante i lavori di restauro, ha fatto una breve presentazione dell’attività artistica del Guercino, allievo di Ludovico Carracci, profondo conoscitore della pittura ferrarese, e considerato uno dei massimi esponenti della pittura italiana del ‘600, da un’iniziale impronta Caravaggesca a uno dei più importanti artisti italiano del Barocco, rivela fin dalle sue opere giovanili, un’attenzione particolare per gli effetti luministici e le macchie di colore. Si è anche soffermata su alcune caratteristiche della sua arte, realizzando una forte sensibilità cromatica con sorprendenti effetti chiaroscuri. “Il suo linguaggio – ha affermato – rappresenta un vero crogiolo; e la sua arte pittorica è caratterizzata da forti contrasti di luce, da colori chiaroscuri e da ombreggiature ariose, indicando una certa rassomiglianza di Guido Reni”. Il restauratore Salomone, dopo aver espresso il profondo orgoglio per l’affidamento degli interventi di restauro del capolavoro dell’Assunta, ha menzionato i problemi scaturiti, anche per lo stato di conservazione del dipinto, interventi eseguiti e manomissioni, spiegano come il lavoro poi sia trasformato in una forte responsabilità sul piano professionale.
Per le alterazioni cromatiche e i ritocchi approssimativi riscontrati, i alcuni danneggiamenti, dovuti a interventi effettuati nel corso degli anni, e all’utilizzo di materiali diversi, il lavoro è stato svolto in maniera ancora più attenta e scrupolosa, con l’impiego di una innovativa metodologia scientifica, sotto il costante coordinamento della Soprintendenza e la collaborazione del Dipartimento di Restauro e Tutela dei Beni culturali dell’Università di Bologna. Salomone ha sottolineato altresì che, durante il lavoro di restauro, sono state impiegate alcune tecniche di diagnostica, di analisi e metodiche all’avanguardia, quali la Riflettografia Infrarossa e quella Ultravioletta, che anno permesso di rilevare la versione originale del quadro, alcuni dettagli nascosti e interventi di restauro già intervenuti.
Al riguardo, come ha voluto precisare lo stesso rettore, l’Assunzione della Madonna aversana, diversi anni fa, venne salvata da un tentativo di furto, che si concluse con il dipinto abbandonato sul pavimento della chiesa, perché, per fortuna, le forbici utilizzate non erano appropriate, per cui anche alcuni tagli sono dovuti essere rimossi nell’opere di restauro. Nei loro interventi, tutti hanno, con percepibile emozione, manifestato la soddisfazione per gli ottimali risultati raggiunti, grazie ad un complesso e meticoloso lavoro di fattiva collaborazione.
L’iniziativa ha avuto la degna conclusione con la benedizione della pala dal vescovo Angelo Spinillo, che ha sottolineato come l’importanza della conservazione della bellezza dell’arte sia fondamentale per la fede, nonché tramandarla alle nuove generazioni. Ora, all’interno della chiesa di San Francesco, nella Cappella della nobile famiglia napoletana, Mormile, tra l’altro baroni anche del Casal di Carinari, ora il dipinto “Assunzione in cielo della Vergine” è finalmente rientrato al suo antico splendore e può fare bella mostra sul bellissimo altare, che conserva anche due stemmi ai lati della mensa, il primo con le armi di “Mormile e di Gennaro”, il secondo con le armi “Mormile e Cybo Malaspina”. Occorre specificare che la Cappella, in verità, solo successivamente al 1650, data del dipinto, fu rivestita, attraverso diversi lavori di abbellimento, come lo splendido ornamento marmoreo e la splendida decorazione, che le tre sorelle Mormile, Aloysia, Ioanna et Elisabeth, come riporta l’iscrizione, datata 1715, posta al centro dell’arco d’accesso su un cartoccio marmoreo, fecero realizzare.