Napoli, Osservatorio Mecspe: Pmi tra export e innovazione

di Redazione

Una Campania con uno spirito economico votato all’internazionalizzazione dei propri prodotti, capace di affermarsi sui mercati internazionali e di crescere più delle tradizionali aree produttive del Paese, posizionandosi al quarto posto fra le regioni italiane più dinamiche per export. Lo certificano i dati Istat del secondo trimestre 2019 che segnano un aumento del +10% per il territorio campano, e lo conferma anche l’Osservatorio Mecspe Focus Campania, presentato da Senaf presso l’Università Federico II di Napoli, in occasione dei “Laboratori Mecspe, la via italiana alla fabbrica intelligente”. L’appuntamento, che precede la prima edizione di Mecspe Bari (28-30 novembre, Nuova Fiera del Levante), è stato organizzato in collaborazione con il Dac (Distretto Aerospaziale Campano) e con il patrocinio del DICMaPI (Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale dell’Università Federico II), e ha visto la partecipazione di numerose eccellenze imprenditoriali campane chiamate a raccontare il processo di trasformazione digitale nel comparto manifatturiero.

ANDAMENTO ECONOMICO E TRASFORMAZIONE DIGITALE – Sul fronte dell’export, il 20% degli imprenditori campani intervistati dichiara di realizzare all’estero fino al 10% del proprio fatturato, il 13% dal 10% al 25%, l’8% si spinge tra il 25% e il 45%, il 12% dal 45% al 70%, mentre il 10% supera ben il 70%. Le aree geografiche a cui ci si orienta maggiormente vedono una prevalenza dell’Europa (Unione Europea), indicata da 5 Pmi su 10, interessate principalmente a Germania (43%), Francia (30%), Polonia e Repubblica Ceca (20%). Il 30% guarda anche all’Europa extra-Ue, al Nord America (15%), all’Africa e al Medio Oriente (12%), mentre Russia (10%), America Latina (8%) e Asia (8%) rappresentano gli altri mercati di approdo. Una propensione guidata da una crescita del fatturato, che nel I semestre 2019, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ha riguardato il 64% delle testimonianze raccolte. Il portafoglio ordini è giudicato “adeguato” ai propri livelli di sostenibilità finanziaria dall’86% delle PMI e per i prossimi mesi dell’anno la visione degli imprenditori campani è focalizzata su un’ulteriore crescita: il 42% ipotizza un forte miglioramento, con una variazione che andrà dal +5% al +25%; il 21% pensa sarà lieve (dal +2% al + 5%), mentre il 25% è più orientato alla stabilità.

“Le nostre stime sul territorio confermano lo slancio delle Pmi campane nella corsa all’internazionalizzazione delle proprie eccellenze e all’apertura verso nuovi mercati di sbocco, in un’ottica sempre più all’insegna dell’innovazione -– ha dichiarato Maruska Sabato, Project Manager di Mecspe –. Un impulso positivo che, per essere efficace, deve contagiare la maggioranza delle imprese dell’area, attraverso momenti dedicati alla pianificazione di strategie per la trasformazione digitale, con un’attenzione oggi rivolta anche al tema della sostenibilità. Condizioni di sviluppo e di collaborazione tra le aziende, utili anche ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro, e che iniziative tangibili come i nostri capillari laboratori si impegnano a stimolare. Ringraziamo il Dac per averci supportato in questa giornata nel raccontare esempi virtuosi e storie imprenditoriali di successo, che rappresentano un modello del saper fare in Italia e all’estero”.

Anche il processo di trasformazione digitale è a buon punto, lo riconosce il 67% degli imprenditori che indica, come molto o abbastanza, la crescita aziendale raggiunta finora in quest’ottica. Guardando nel dettaglio alle tecnologie e ai processi innovativi già in uso in azienda, al primo posto spicca la connettività, ostacolo ormai pienamente risolto dal 96% degli imprenditori, seguita dalla sicurezza informatica, indicata dal 95% come l’aspetto tecnologico su cui si è maggiormente investito, e dal cloud computing (65%). Al contrario, se da un lato si innova, dall’altro rimangono alcune criticità che continuano a condizionare l’andamento aziendale. A partire dal costo di acquisto dei fattori produttivi e delle materie prime, che ha un grave freno per il 44% dei rispondenti, insieme alle tempistiche di pagamento e alla burocrazia (11%), agli aspetti fiscali (9%) e all’incertezza normativa (7%). Il processo di innovazione in azienda è reso tale grazie, soprattutto, agli investimenti in ricerca e sviluppo (il 68% delle Pmi campane ha destinato, nei primi 6 mesi del 2019, fino al 10% del proprio fatturato in R&D) e ai diversi benefici raccolti mediante l’industria 4.0. L’80% dichiara di aver raggiunto una maggiore competitività sul mercato a seguito di un percorso intrapreso in questa direzione, il 63% ha ottenuto una migliore qualità del prodotto e, di conseguenza, una riduzione degli scarti; mentre razionalizzazione dei costi e maggiore efficienza e velocità nella produzione hanno avuto, ambedue, un significativo vantaggio per il 52% degli imprenditori campani.

“E’ con grande piacere che Napoli e la Campania ospitano la nuova edizione dei Laboratori Mecspe, la via italiana alla Fabbrica Intelligente, eventi che hanno dimostrato di dare un contributo significativo all’approfondimento e allo sviluppo delle tematiche legate all’industria 4.0. – ha commentato Luigi Carrino, Presidente Distretto Aerospaziale della Campania – La Campania dell’aerospazio e dell’innovazione partecipa con grande interesse a una nuova riflessione che vede attori qualificati, sinergie collaudate come quella con Senaf, operare in un unico interesse: la valorizzazione dei territori e delle imprese che su di essi operano. Le storie che abbiamo ascoltato nel corso dell’evento testimoniano in che modo la Campania stia percorrendo le nuove sfide strategiche per lo sviluppo. Il Distretto Aerospaziale della Campania è fortemente impegnato a supportare le imprese aerospaziali nel percorso di trasformazione digitale, anche attraverso percorsi di formazione mirata e altamente specializzata e a favorire il trasferimento di conoscenza verso tecnologie abilitanti e metodologie che ci consentono di vivere e interpretare attrezzati la sfida dell’industria 4.0”.

FORMAZIONE 4.0 E PERSONA AL CENTRO – La formazione si rivela la strada migliore per raccogliere appieno le opportunità offerte dalla rivoluzione industriale, con il 79% degli imprenditori consapevole che questa sia la strada maestra anche per attrarre i giovani in azienda, mentre il 95% ritiene in generale primario il ruolo della persona per il successo dello stabilimento produttivo. Le Università rimangono il riferimento più importante per quanto riguarda la ricerca di nuove professionalità che facciano fronte alle sfide dell’Industria 4.0, scelte da quasi 6 imprenditori su 10, seguite da canali tradizionali, come le agenzie di ricerca del personale (37%). Anche web e social, in particolare LinkedIn, sono strumenti ormai sempre più considerati per il recruiting specializzato: il 26%, infatti, se ne serve, con una percentuale allineata a quella degli Istituti tecnici, di riferimento per un altrettanto 26%. L’Imprenditore/Top Manager è riconosciuto come la figura più adatta a valutare le competenze digitali e 4.0 in azienda, indicato dal 66% rispetto all’Innovation Manager e Responsabile Progetti I4.0 (23%), mentre gli strumenti principali per portare l’innovazione in azienda risultano la partecipazione a fiere specializzate (51%), le tutorship delle università e l’adesione a workshop e convegni (entrambe al 39%), la consulenza mirata (35%) e il trasferimento di conoscenze (35%).

FOCUS SOSTENIBILITÀ – La consapevolezza del ruolo primario della sostenibilità è una questione sempre più sentita dalle realtà imprenditoriali campane. Il 74% di esse sostiene che, negli ultimi anni, il proprio impegno a favore della tematica, nelle scelte aziendali, sia cresciuto sempre più. A partire dagli investimenti: l’88% ha prestato attenzione agli aspetti di riduzione dei consumi e il 70% si è concentrato su fattori legati all’inquinamento e all’impatto ambientale. Inoltre, la considerazione è alta anche verso l’eco-sostenibilità dei prodotti, cara al 58% degli imprenditori, che si spingono fino al coinvolgimento diretto dei dipendenti. Il 49% delle aziende, infatti, ha destinato risorse in favore della formazione, dell’assistenza e dei progetti di responsabilità sociale. IN ALTO IL VIDEO

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