“Finalmente parte il programma straordinario che consentirà al comparto bufalino di dotarsi di impianti collettivi a tecnologia avanzata per il trattamento dei reflui zootecnici che costituiscono all’attualità una delle principali emergenze della nostra agricoltura”. Lo ha dichiarato Nicola Caputo, consigliere del governatore Vincenzo De Luca per l’Agricoltura. “Si tratta – continua il politico casertano – di un passo fondamentale per dare prospettive di crescita e di sostenibilità al processo produttivo della mozzarella di bufala campana, il nostro prodotto Dop più importante, che viaggia verso il miliardo di euro di valore alla produzione e dà lavoro a 20mila persone in Campania”.
Per il finanziamento degli impianti con le tecnologie indicate nel programma straordinario, a breve sarà emanata una manifestazione di interesse, con l’obiettivo di raccogliere le proposte progettuali di partenariati pubblico-privati operanti all’interno delle Zone Vulnerabili ai Nitrati di Origine Agricola. Questo condurrà alla definizione di un accordo di programma quadro finanziato con risorse nazionali e regionali, secondo la procedura definita nel Decreto Ministeriale 5046/2016 sull’utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici e dei digestati. Obiettivo del programma è quello di assicurare, attraverso la realizzazione degli impianti collettivi di trattamento, una capacità di trattamento dei reflui provenienti da 70mila capi adulti, pari al 30% circa della popolazione bufalina nelle zone vulnerabili, consentendo quindi al comparto bufalino in Campania di allinearsi alle performances di altre aree ad elevata densità zootecnica del territorio nazionale.
“Con questo provvedimento – conclude Caputo – la Regione risponde direttamente alle esigenze del comparto bufalino alle prese con l’annoso problema dei reflui zootecnici. La nuova impiantistica consentirà di proteggere le acque dall’azoto in eccesso, gli impianti consentiranno il recupero attraverso il compostaggio della frazione organica che rappresenta una risorsa preziosa per la fertilità dei nostri suoli agricoli, in un’ottica virtuosa di economia circolare”.