La “responsabilità professionale” al centro del convegno Rotary Caserta 1954

di Redazione

Caserta – La necessità di recuperare la “morale professionale” e lavorare facendo leva sull’etica. E’ il messaggio che è giunto dal confronto tra le varie anime degli Ordini Professionali di Caserta che si sono ritrovate, nei giorni scorsi, tutte allo stesso tavolo nel corso del confronto organizzato dal Rotary Caserta Terra di Lavoro 1954, presieduto da Vincenzo Cappello, che ha voluto aprire lo sguardo su uno dei più grandi problemi che, oggi, i professionisti sono costretti ad affrontare: la responsabilità professionale. Che colpisce, soprattutto, i medici, ma che non lesina di intaccare anche il lavoro di avvocati, ingegneri, architetti, commercialisti, notai e farmacisti.

Un incontro che ha visto anche la partecipazione del prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, il quale non ha mancato di lanciare un forte richiamo “a riscoprire il senso di appartenenza al proprio ordine, in un territorio, come il nostro, dove ci sono molte criticità ed anche la presenza di infiltrazioni camorristiche. I professionisti non devono essere consulenti degli amici degli amici ma devono respingere certe richieste per essere parte trainante della buona società”.

Sul fronte medico (quello sicuramente più colpito dalle azioni risarcitorie), s’è levato forte il grido d’allarme di Raffaele Perrone Donnorso, presidente nazionale dell’Associazione Primari Ospedalieri: “Abbiamo importato in Italia una moda degli Stati Uniti dove sono note le condanne professionali e qui ha trovato terreno fertile con spot pubblicitari, anche in tv, che ci hanno costretto a firmare anche degli esposti contro questi avvocati, che invitavano ad avviare azioni risarcitorie a costo zero”. Gli ha fatto eco la presidente dell’Ordine di Caserta, Erminia Bottiglieri, la quale ha sottolineato come “non si riesce a lavorare con serenità. Ancora oggi ci ritroviamo con le pubblicità di avvocati che propongono azioni in danno di medici a costo zero ed a volte li troviamo anche fuori ai Pronto soccorso. Tutto questo, nonostante la legge Gelli, non ha ancora permesso di avere una riduzione della medicina difensiva”. Un espediente, questo, utilizzato da molti medici per tutelare se stesso da eventuali danni lesivi al paziente. Un’azione che, però, ha un costo molto alto, stimato, secondo Beniamino Fedele, vicepresidente di Confindustria Caserta e proprietario della clinica Pineta Grande di Castel Volturno, “intorno agli 11 miliardi di euro nel nostro Paese.

A ciò va aggiunto l’aumento dei premi assicurativi, aumentati dell’1% del fatturato, con l’approvazione del Ddl Gelli” che sposta la responsabilità dal medico alla struttura che lo ospita ed alla quale ha lavorato anche il procuratore aggiunto della Procura di Venezia Achille D’Ippolito, che ha tenuto una Lectio Magistralis all’incontro di Caserta: “La serenità del medico è un patrimonio della collettività. Il medico deve operare senza sentire lo svolazzare della toga del pubblico ministero alle proprie spalle”, ha affermato il procuratore aggiunto (video in alto), sottolineando: “Il lavoro non può essere considerato finito qui. Perché, da un lato, le linee guida inserite con la legge Gelli rappresentano un passo in avanti per ridare serenità ai medici, ma, al tempo stesso, essere non devono essere una ‘cuccia’ per difendersi dalle intemperie delle azioni legali. Anche perché queste linee guida rischiano di depauperare l’azione umana, che invece è il grande valore aggiunto dei professionisti. Ai quali, però, chiedo un passo in avanti per diventare più ‘umani’ e dimostrarsi più vicini ai pazienti ed ai loro familiari”.

Il procuratore d’Ippolito ha poi toccato anche il tema degli avvocati che, a suo dire, “dovrebbero far valere anche l’obbligo di dissuadere da liti temerarie che viene riconosciuto”, non lesinando un passaggio anche sulla magistratura: “A coloro che lavorano con me, ricordo sempre di essere umili, ma devo ammettere che anche in questo campo sto notando un aumento della ‘magistratura difensiva’, con azioni non intraprese per paura della responsabilità civile”.

Di quanto sia difficile far desistere un cliente “che è perfettamente convinto della sua idea” ha parlato il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere, Adolfo Russo, il quale ha puntato l’attenzione soprattutto sul “grande problema dei riti alternativi. C’è una tendenza a sostituire la lite giudiziaria con altri istituti che però fino ad oggi non hanno funzionato. La speranza è che i legislatori decidano di mettere attorno al tavolo tutti i protagonisti per arrivare ad una riforma realmente utile”. Un altro avvocato, Renato Iaselli, ha poi sottolineato l’importanza di tutelare “il lavoro del professionista anche nei confronti dello sviluppo tecnologico. Perché – ha ribadito – lo sviluppo senza progresso non è positivo”. Un richiamo alla “certezza del diritto” è giunto dal presidente dell’Ordine degli Ingegneri Ferdinando Luminoso: “Noi abbiamo difficoltà ad avere riferimenti certi a cui adeguarci. Ed il dubbio, onestamente, è che la classe politica non sia proprio interessata ad arrivare alla certezza del diritto”.

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