Napoli, impianto crematorio. Efi: “Sembra si voglia fare a chi figli a chi figliastri”

di Redazione

Napoli – “A partire dal prossimo anno, in fase di regime dei tre impianti, passeremo dalla attuale capacità di 10/12 a 30/36 cremazioni al giorno. Con le tariffe per il 2020 sarà nostra cura sostenere, con i costi e gli orari di accesso, le imprese che correttamente hanno fin da subito appoggiato le attuali scelte amministrative”. Questo il passaggio incriminato del post con cui l’Assessorato con delega ai cimiteri partenopeo guidato da Enrico Panini annuncia l’avvio delle fasi di montaggio della seconda linea dell’impianto di cremazione di Napoli.

“Siamo chiaramente felici – spiegano i delegati Efi (Eccellenza Funeraria Italiana, sindacato di categoria delle agenzie funebri – di questa accelerazione che storicamente invochiamo da tempo, ma non possiamo non restare quantomeno perplessi davanti all’esternazione sopra citata. Sembra quasi che l’Assessorato, in rappresentanza di un ente pubblico che deve garantire pari diritti a tutti, voglia fare a chi figli e a chi figliastri. Premiare, insomma, chi ha scelto dal primo momento di avvalersi di una struttura che non poteva sostenere, come da ammissioni dello stesso Assessorato, la richiesta proveniente dal territorio”.

“I nostri colleghi – continuano gli impresari funebri – non sono stupidi: se hanno optato per cremazioni fuori città, fuori provincia e a volte fuori regione il motivo è da cercarsi solo nell’impossibilità del privato di fornire ai parenti dell’estinto un servizio efficiente (e rapido) in un momento di estremo dolore. Non per questo, nel momento in cui finalmente Napoli avrà un sistema di cremazione funzionante, devono vedersi penalizzati rispetto ad altri concorrenti”. “Speriamo – concludono i rappresentanti Efi Campania – si tratti solo di un’uscita infelice, di un fraintendimento, e che il vicesindaco Panini voglia immediatamente chiarirlo”.

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