L’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Diocesi di Aversa fa ulteriori precisazioni sulla Congrega del Santo Rosario. “Come già dichiarato dal vescovo ad alcuni organi di stampa – si legge in una nota – il deposito di una consistente somma di denaro di proprietà della Confraternita del SS. Rosario su un conto corrente bancario acceso presso lo Ior, e distinto da quello in uso ordinario, fu fatto tempo fa dallo stesso monsignor Clemente Petrillo e dall’allora Priore della Congrega al solo scopo di custodire quel denaro evitando di attingervi per altre spese ordinarie e garantire così meglio l’interesse della stessa Congrega. Pertanto quel denaro rimane nella disponibilità della Congrega transitando, ora, sul conto usato per la gestione ordinaria sotto la diretta responsabilità e vigilanza dei confratelli secondo le leggi e le norme in vigore”.
Si precisa ancora che “non c’è stata alcuna rimozione di don Clemente Petrillo dal ruolo di Padre spirituale della Congrega. Nella citata riunione dello scorso 21 dicembre, il vescovo, dialogando amabilmente con i Confratelli della Congrega, ha reso noto che, avendone già parlato con lo stesso don Clemente e in accordo con lui, avrebbe pensato di assumere personalmente il compito di Padre spirituale al solo scopo di poter meglio comprendere, nel dialogo con ciascuno, la causa e gli sviluppi delle tensioni che ultimamente stanno corrodendo dall’interno i rapporti tra i confratelli della Congrega”. Inoltre si ribadisce “che la nomina di un Commissario per la gestione della Congrega è utile per chiarire e soprattutto ordinare ogni situazione contabile e fugare ogni dubbio di ciascuno nei confronti degli altri e permettere, quanto prima, alla Congrega di riprendere la sua ordinaria amministrazione”.
“Prendendo atto delle scuse presentate dall’ingegner Leggiero a nome di tutti i confratelli per il banale fraintendimento, che fu causa dell’indecoroso episodio che concluse la riunione, – conclude la nota – si evidenzia ancora l’emergere della tensione che serpeggia velenosamente in rapporti che non sembrano ancora caratterizzati da atteggiamenti e da pensieri più ragionevoli e, ovviamente, più cristiani”.