Il Parlamento ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del premier Conte in vista del prossimo Consiglio europeo, durante il quale si discuterà del Mes. Lo strappo di alcuni parlamentari M5s, che hanno votato insieme alla Lega, non ha compromesso la tenuta del governo. In Senato hanno votato a favore in 164, 122 i contrari e 2 gli astenuti. Alla Camera il testo è stato invece approvato con 291 voti a favore e 222 contrari. Dopo l’ultimo voto, quello in Senato, il premier Conte si è allontanato senza rilasciare dichiarazioni sul voto.
“Noi non abbiamo progetti per far uscire l’Italia dall’euro e dall’Europa ma semplicemente vogliamo difendere il lavoro e il risparmio degli italiani”, ha detto il leader leghista Matteo Salvini nel corso della dichiarazione di voto. Poi ha aggiunto: “Io penso che i veri nemici dell’Europa sono gli euro-ottusi che ritengono che qualsiasi cosa arrivi da Bruxelles vada firmata. La salveremo noi l’Europa”. E ha letto l’elenco dei 32 professori universitari che hanno firmato l’appello anti-Mes. Ha concluso con un attacco al M5s: “Nel programma elettorale del M5s si legge testualmente, e io condivido, che ‘il M5s si impegnerà allo smantellamento del Mes’. Io non ho cambiato idea, viva la coerenza”. A Salvini ha risposto il senatore M5s Ettore Licheri: “Le mani che hanno scritto il Mes non sono le nostre, sono le vostre”.
“L’Ue è una famiglia, non è il momento di dividersi. La riforma del Mes non ci spaventa: chi vuole uscire dall’euro lo dica chiaramente”. È questa, in sintesi estrema, la posizione del governo italiano espressa in aula dal presidente del Consiglio Conte, nelle comunicazioni alle Camere sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità. “Proteggersi – ha detto il premier – non significa ‘rinchiudersi’, in quanto su scala globale riteniamo che il multilateralismo sia lo strumento migliore per tutelare gli interessi degli Stati membri, a partire dal nostro”. E poi ha chiarito: “L’Italia si opporrà a tagli spropositati che colpirebbero settori strategici quali lo Spazio, il digitale, la Difesa, la sicurezza: si tratta di una sottrazione di risorse alle nuove priorità dell’Unione europea che devono invece necessariamente rimanere ambiziose”.
Il nostro Paese “non ha nulla da temere” dalla riforma del Mes “anche perché il suo debito è pienamente sostenibile, come dimostrano le valutazioni delle principali istituzioni internazionali, inclusa la commissione, e come confermano i mercati”. La revisione del Mes “non apporta modifiche sostanziali al trattato già esistente”, ha rassicurato, “non introduce” alcun “automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato”. Ancora, Conte ha ribadito: “La posizione del Governo in sede europea sarà sempre coerente con gli indirizzi definiti dalle Camere” e l’esecutivo “continuerà a operare secondo una logica di pacchetto”. Poi, rivolto implicitamente alla Lega, ha concluso: “Bisogna quindi stare attenti a insinuare dubbi e paure nei cittadini italiani, tanto più che alcune delle posizioni che si sono delineate nel corso del dibattito pubblico hanno disvelato il malcelato auspicio di portare il nostro paese fuori dall’euro-zona o, addirittura, dall’Unione europea”.