“Ho paura per me e per la mia bambina. Sono spesso fuori casa e leggere quelle cose mi ha gettato nella paura. Non dormo più la notte”. Parole di Giorgia Meloni che oggi ha deposto in aula nel processo allo stalker, N.R., di Trentola Ducenta (Caserta), arrestato lo scorso luglio per atti persecutori nei confronti della leader nazionale di Fratelli d’Italia. “Lui diceva che gliel’ho strappata, che la bambina era sua, che prima o poi sarebbe venuto a riprendersela a Roma”, ha raccontato l’ex ministro del governo Berlusconi ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma. L’uomo è accusato di aver scritto messaggi di natura minatoria e diffamatoria inviati sul profilo Facebook della deputata.
Meloni, che è parte civile in questo procedimento, ha detto di aver appreso dei messaggi di minaccia quando è stata allertata dalla Digos e da sua sorella, alla quale era arrivato un video intimidatorio. “Io non l’ho mai incontrato – ha detto la leader di Fdi – né a Garbatella né in altri posti a Roma, né mai sentito per telefono. Ma dalla lettura di quei messaggi che mi sono stati segnalati la mia vita è cambiata. Mi sono premunita che la bambina fosse più controllata. Cerco di affiancare alla baby sitter altre persone”.
Lo stalker fu arrestato lo scorso luglio a Roma, fermato alla Stazione Termini dalle pattuglie del compartimento Polizia ferroviaria e della Digos di Roma. Secondo la Questura, l’uomo era passato dall’insistente invio di messaggi sui social fino alla convinzione di essere il padre della figlia di Meloni: “Sono il padre di tua figlia, arrivo a casa tua”, le scriveva. Per questo era giunto nella Capitale.
“Devo ringraziare le forze dell’ordine che si sono accorte prima di me di quello che accadeva. La cosa che mi ha preoccupata maggiormente in questa vicenda non è stata tanto quella di avere io uno stalker ma l’attenzione ossessiva di questa persona verso mia figlia”, aveva dichiarato Meloni dopo la notizia dell’arresto, sottolineando: “Questo mi ha fatto preoccupare, ma devo dire che gli inquirenti sono stati bravissimi e tempestivi e quindi ovviamente a loro dico grazie per il lavoro che stanno facendo. Mi sento assolutamente più sicura e tranquilla nel sapere di poter contare sul lavoro così attento dei nostri servitori dello Stato”.