Aversa in festa nella giornata di ieri in occasione dei festeggiamenti per il santo patrono, San Paolo, che gli aversani festeggiano nel giorno della sua conversione, il 25 gennaio. Città semideserta in mattinata, con scuole chiuse. Alle 10, l’avvio della processione con la statua del Santo Apostolo per le vie della città, accompagnata dal vescovo Angelo Spinillo, dal sindaco Alfonso Golia, dalle congreghe cittadine e da tanti fedeli. Lontano, però, dai fasti del passato, quando la città era impegnata praticamente per due giorni di seguito in quella che era “la processione” per antonomasia. E che moltissimi fedeli, anche attraverso una cospicua raccolta di firme, hanno chiesto invano al vescovo di ripristinare.
Tutto iniziava il giorno precedente, quando le statue dei Santi prescelti per parteciparvi partivano dalle rispettive chiese in cui erano custodite per raggiungere la cattedrale di San Paolo. Qui trascorrevano la notte per dare vita, il mattino successivo, ad una lunghissima processione. La tradizione voleva che man mano che si avanzava ci fossero Santi sempre più importanti. Alla fine del corteo i Santi d’argento. Tra questi il magnifico busto di San Sebastiano trafitto da frecce (che fece parte dei pezzi pregiati esposti a New York in occasione della mostra sul Settecento napoletano negli anni Ottanta), un busto di San Donato (sottratto da mani sacrileghe negli anni scorsi dalla Chiesa dell’Annunziata) e, ovviamente, per ultimo, il busto di San Paolo.
Ritenuti i Santi più importanti. Da qui il detto «quando vedi i santi d’argento è finita la processione» che sta ad indicare che quando si vedono in alcuni eventi le persone importanti, allora si è alla fine della manifestazione. In campo civile, uffici pubblici e scuole chiuse. A tavola, obbligatorio per tradizione, maccheroni imbottiti, polpette, la polacca grande e la pietra di San Girolamo (fatta con cacao, zucchero e mandorle), i due dolci tipici aversani. IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA