Gricignano (Caserta) – Uno degli esponenti di quanto rimane della comunità ebraica di Napoli e tra gli ultimi testimoni diretti di uno dei periodi più turpi della storia dell’umanità e dello Stato italiano: quello delle leggi razziali. Parliamo di Tullio Foà, napoletano, classe 1933, che nella mattinata di lunedì 21 gennaio ha incontrato gli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado “Pascoli” dell’istituto comprensivo “Filippo Santagata” di Gricignano. Un evento fortemente voluto dalla dirigente scolastica, professoressa Loredana Russo, a cui hanno partecipato il sindaco di Gricignano, Vincenzo Santagata, e il consigliere comunale Alfonso Buonanno.
Oggi, all’età di 86 anni, Tullio Foà continua a raccontare la sua storia con l’intento di “non dimenticare”. “I miei occhi hanno visto ciò che nessun dovrebbe mai vedere”, racconta sempre ai ragazzi. Un destino come quello di Liliana Segre, oggi senatrice a vita, la cui storia, insieme a quella dello stesso Foà, di Lia Levi e Guido Cava, altre vittime delle leggi razziali, è stata narrata nella docufiction “Figli del Destino” trasmessa sulla Rai lo scorso anno, in occasione della Giornata della Memoria dedicata alla Shoah del popolo ebraico e a tutti i perseguitati dal nazismo. All’epoca dell’approvazione delle leggi razziali, nel 1938, Foà aveva solo 5 anni quando gli fu vietato di andare a scuola, ma riuscì a frequentare la “Vanvitelli” di Napoli grazie al preside che lo fece ammettere ad una classe speciale composta di soli bambini ebrei. Il governo fascista, infatti, ebbe un leggero ripensamento riguardo alle scuole elementari: se si fosse riusciti a formare una classe di 10 ragazzi ebrei, questi sarebbero stati autorizzati a frequentare una scuola pubblica. E lui fu il decimo. “Andavo a scuola – narra Foà – coi miei fratelli più grandi, qualcosa non mi tornava. Tutti i bimbi entravano dal cancello principale solo noi da quello secondario, un quarto d’ora prima degli altri. A quel punto era chiaro che gli anormali eravamo noi. Potevamo andare al bagno solo dopo che tutti i ragazzi ‘normali’ erano tornati in classe; in palestra, però, non eravamo ammessi, per cui facevamo ginnastica fra i banchi”.
Scampò alla deportazione con la madre grazie all’aiuto di un commissario di polizia. Poiché le leggi antiebraiche si stavano inasprendo, il poliziotto suggerì alla donna di trovare qualcuno di religione cattolica che si intestasse affitto e utenze, in modo da far “scomparire” la famiglia. E così fecero: un amico di famiglia si assunse quella grave responsabilità e riuscì a non fargli perdere la casa ma soprattutto la vita. Per Foà oggi “è importante continuare a portare la nostra testimonianza nelle scuole”. Una delle domande che mi fanno gli studenti – racconta ancora – è se mi sono mai voluto vendicare. Io rispondo che la vendetta non mi appartiene. Quello che occorre ricordare è che le leggi razziali non erano leggi all’acqua di rose, ma precise e decise. Lo scopo era dividere le famiglie”. Il suo appello è proprio rivolto alle scuole affinché educhino e informino i ragazzi a “diventare esseri umani”. “I vostri sforzi – dice agli insegnanti – non devono mai produrre dei ‘mostri educati’, degli psicopatici qualificati. La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani”.
“Nel silenzio del rispetto, della partecipazione, ma anche della curiosità, gli alunni hanno ascoltato attenti e commossi i racconti del nostro ospite che ha lasciato impresso a ciascun presente forti emozioni ed un tassello in più da aggiungere al proprio percorso culturale e morale: il valore della memoria, la storia che insegna, il valore della cultura e di quanto sia importante conoscere gli errori del passato per non ripeterli mai più”, ha commentato la dirigente Russo, sottolineando che, alla guida del Comprensivo di Gricignano, continua a perseguire l’obiettivo di favorire una formazione completa degli studenti per dar loro la possibilità di poter costruire un futuro migliore. IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA