Golden Globe: trionfa Tarantino, delusione Scorsese

di Gaetano Bencivenga

Se un trionfatore c’è alla 77esima edizione dei Golden Globe, tenutasi al Beverly Hilton di Los Angeles, quello è sicuramente Quentin Tarantino. La giuria, formata dai giornalisti stranieri a Hollywood, ha emesso un verdetto inequivocabile di cui i membri dell’Academy terranno, come ogni anno, conto in sede di nomination all’Oscar. “C’era una volta a Hollywood” ha, infatti, portato a casa ben tre premi di peso, ovvero miglior film commedia, sceneggiatura e attore non protagonista Brad Pitt.

Il divo americano, tornato per l’occasione biondissimo, ha ringraziato dal palco i suoi temibili e illustri contendenti, tra i quali Al Pacino, Joe Pesci, Anthony Hopkins, il suo mentore Tarantino e, last but not least, il compagno d’avventura Leonardo DiCaprio, che, però, nella categoria di attore protagonista di commedia o musical è stato battuto dal talentuoso gallese Taron Egerton, perfetto nell’immedesimazione di un coloratissimo e problematico Elton John nel biopic “Rocketman”. Il cantante britannico, presente alla serata, si è aggiudicato il trofeo per la miglior canzone, mentre quello per la colonna sonora è andato a “Joker” di Todd Phillips. Quest’ultimo lungometraggio ha guadagnato il dovuto alloro per l’attore protagonista di un dramma Joaquin Phoenix, che, con molta probabilità, a questo punto alzerà anche l’agognata statuetta del vecchio zio Oscar nell’imminente Notte delle Stelle.

Tra le opere drammatiche si segnala, a sorpresa, la vittoria del bellico “1917” diretto dall’inglese Sam Mendes, incoronato, anche, miglior regista. Quasi incredulo, il cineasta, nel discorso di accettazione, ha voluto, però, citare il maestro Martin Scorsese, pluricandidato per la sua ultima produzione Netflix, “The Irishman”, rimasto completamente a bocca asciutta. Migliori attrici di film drammatico e di commedia sono state decretate, rispettivamente, la mimetica Renee Zellweger nel biografico “Judy” e la spassosa rapper di origine cinese Awkwafina, sorpresa dell’anno nel campione di incassi osannato dalla critica “The Farewell”.

La volenterosa e caparbia Jennifer Lopez non ce l’ha fatta ad agguantare il Globe di non protagonista per “Le ragazze di Wall Street”, battuta, prevedibilmente, dalla potente, nell’ambito dell’establishment cinematografico e televisivo statunitense, Laura Dern, avvocato mellifluo e senza scrupoli nell’altro deluso della serata “A Marriage Story”. D’altronde premiare un’icona pop del suo calibro avrebbe richiesto un atto di coraggio che i giurati non hanno, in questo caso, mostrato, come d’altronde relegare nella categoria di interpretazione di supporto una performance di assoluta dominatrice della pellicola pare, quanto meno, bizzarro. Tra le pellicole in lingua straniera la scontata e strameritata affermazione del sudcoreano “Parasite” di Bong Joon-ho, davvero senza rivali quest’anno, mentre una standing ovation ha accolto il riconoscimento alla carriera per l’immarcescibile Tom Hanks.

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