San Felice a Cancello, condanna confermata in appello per l’ex sindaco De Lucia

di Redazione

San Felice a Cancello (Caserta) – Condanna confermata in appello, seppure con un lieve sconto di pena, per l’ex sindaco di San Felice a Cancello Pasquale De Lucia, ex consigliere regionale, imputato con altre 25 persone nel processo sulla tangentopoli emersa nel comune casertano che ha amministrato per due mandati. In primo grado, il 17 maggio 2018, il tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva condannato De Lucia a nove anni, mentre i giudici d’appello di Napoli hanno rideterminato la pena in 7 anni e 11 mesi (la Procura generale ne aveva richiesti 10).

Il processo si è concluso in totale con 12 condanne, tra cui quella agli imprenditori Antonio e Salvatore Schiavone (condannati rispettivamente a sei anni e sei anni e due mesi); 14 le assoluzioni, tra cui quella di Rita Emilia Nadia Di Giunta (in primo grado aveva avuto otto mesi), ex amministratore delegato di «Terra di Lavoro spa» (società della Provincia di Caserta) e tesoriere della Fondazione «Campania Futura», il movimento politico creato dal sindaco De Lucia. I reati contestati a vario titolo agli imputati erano l’associazione a delinquere, la corruzione, il finanziamento illecito ai partiti, la turbata libertà degli incanti e la truffa.

Tra gli assolti l’ex comandante della Polizia municipale di San Felice a Cancello, Francesco Scarano, difeso da Alberto Martucci. La tangentopoli a San Felice a Cancello scoppiò il 30 settembre 2016, quando De Lucia finì in carcere con l’accusa di aver ricevuto tangenti da imprenditori in cambio di appalti, in particolare nel settore dei rifiuti. I carabinieri di Maddaloni arrestarono anche la Di Giunta e amministratori di San Felice a Cancello.

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