Aversa (Caserta) – La gara della sosta a pagamento ad un bivio. Infatti, mentre i dirigenti comunali continuano a barcamenarsi sul pagamento o meno della tassa di occupazione di suolo pubblico, arriva una sentenza della Cassazione che vede il Comune soccombente e condannato a pagare 10mila euro di spese in una causa contro uno dei precedenti gestori del servizio.
«Nel caso di area del demanio comunale, appartenente alla rete viaria della città, adibita a parcheggio di autoveicoli, in concessione a società privata, – ha affermato la Suprema Corte – rileva in concreto se quest’ultima occupi l’area, sottraendola all’uso pubblico, integrando, così, il presupposto della Tosap, ovvero se ad essa società sia soltanto attribuito – quale sostituto dell’ente nello sfruttamento dei beni – il mero servizio di gestione del parcheggio, con il potere di esazione delle somme dovute dai singoli per l’uso, quale parcheggio dei loro veicoli, dell’area pubblica a ciò destinata dal comune, dovendosi ravvisare, in tal caso, un’occupazione temporanea ad opera del singolo e non della concessionaria, che non sottrarrebbe al pubblico uso l’area (non oggetto, in quanto tale, della concessione e rimasta, anche di fatto, nella disponibilità del Comune), con esenzione della concessionaria stessa dalla tassazione in forza della normativa vigente».
Nonostante questa sentenza relativa alla stessa questione in ballo attualmente, l’Ente non ha cambiato atteggiamento, rischiando un risarcimento di centinaia di migliaia di euro, mentre ancora autorizza proroghe al Consorzio Atena rimettendoci 44mila euro al mese. E’ da maggio, infatti, che il Comune ha messo nel cassetto l’aggiudicazione definitiva ed efficace della gara per l’affidamento del servizio di gestione della sosta sulle aree pubbliche comunali alla società Publiparking, che, nel frattempo, su invito dell’Amministrazione, ha presentato e pagato la cauzione e versato al Comune i diritti di segreteria. Ma il contratto non si firma. E ormai più di qualcuno, fuori e dentro all’Ente, si comincia chiedere cosa ci sia dietro.
Di certo, si sa che la Publiparking ha inoltrato una formale diffida al Comune e che i termini sono scaduti senza alcuna risposta da parte dell’Ente. Il rischio di un’azione risarcitoria si va, quindi, facendo sempre più concreto, sempre più pericoloso e sempre più vicino. Il risarcimento non sarebbe di poco conto, se è vero che la società, sul legittimo affidamento di addivenire alla stipula contrattuale sulla base di una prima bozza ricevuta, conforme al capitolato e agli atti di gara, per rispettare la prescrizione del capitolato che le impone di installare tutti i 100 parcometri previsti entro 30 giorni dalla sottoscrizione del contratto, li ha dovuti acquistare per circa 800mila euro di investimento iniziale. Il contesto sembrerebbe poi essere improvvisamente mutato, in quanto 4 giorni prima della data fissata per la stipula, la ditta ha ricevuto una nuova bozza del contratto da sottoscrivere, completamente diversa, nella quale, vi è una clausola contrattuale che le impone il pagamento della Tosap.
Una cosa, però, è certa, ormai: dopo la recente sentenza della Cassazione il Comune dovrà uscire allo scoperto, dichiarando i propri intendimenti e motivandoli. La risposta dovranno darla a questo punto il sindaco, la segretaria comunale e l’avvocato del Comune, visto che il comandante della Polizia municipale, e Rup della gara, li ha già invitati a procedere alla sottoscrizione del contratto da 12 milioni di euro ritenendo chiaramente non dovuta la Tosap ed invitando l’ufficio legale dell’Ente a fornire l’eventuale motivato parere contrario.