Aversa, De Rosa al sindaco: “Alfò scetate! Caccia via i mercanti dal tempio”

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – “Scetate Alfò”. Questo l’appello accorato che, nel momento forse più difficile della maggioranza di centrosinistra, Luca De Rosa, già assessore della giunta di Lello Ferrara, profondo conoscitore della politica cittadina, lancia al sindaco di Aversa, Alfonso Golia.

“Caccia via i mercanti dal tempio. Sostituisci – continua De Rosa – i dirigenti incapaci. Revoca i contratti da revocare. Se dissesto è, disseto sia. Indica con chiarezza chi tra i tuoi rema contro. Non farti imprigionare nella quotidiana fatica di farti personalmente carico di tutte le questioni dell’ente, di supplire allo sfascio della macchina come se fossi un dipendente che deve sostituire tutti quelli che non ci sono o sono incapaci”. Parole chiare, con conclusione ancora più chiara: “È il momento delle decisioni, della nettezza. Non farti risucchiare dalla palude di questa città, perché trascineresti con te noi e le nostre ultime speranze”.

Ma cosa ha mosso l’ex assessore comunista ad attivarsi? Lo spiega lui stesso: “Sentire Oliva (Alfonso Oliva, consigliere di opposizione di Fratelli d’Italia, ndr.) invocare il dissesto di bilancio, lui attore protagonista dello sfascio ventennale dei conti dell’ente, non è iperpolitica, è surrealismo puro, picchi di tale protervia e sfacciataggine sono veramente rari a vedersi. Il tutto con volgari attacchi personali senza alcun pudore e ritegno di fronte a vite dallo spessore umano e culturale incommensurabili rispetto alla sua mediocre biografia. La parola vergogna gli è sconosciuta o assume per lui un significato ai più oscuro”. Un attacco duro a Oliva, ma de Rosa non risparmia nemmeno gli esponenti della maggioranza: “Vedere poi aggirarsi nella maggioranza scialbe figurine che continuano a tramare, a fare giochetti infantili da prima elementare, mette addosso una tristezza infinita. Osservare la loro antropologica incapacità a fare i conti con i continui fallimenti non è una bella scena. Ci offre l’idea di una maturità che non sempre è saggia fase della vita dove le esperienze consentono di guardare al mondo con occhi più nitidi, ma a volte solo la fase in cui ci si incattivisce nei confronti di un mondo che non ha saputo riconoscere i propri meriti, senza lasciarsi mai sfiorare dal dubbio che quei meriti forse non sono mai esistiti”.

Non manca, poi, un riferimento all’attività amministrativa con un richiamo significativo: “Leggere negli indirizzi del Puc che il ‘consumo zero’ del suolo è diventato una mera ‘riduzione’ fa sobbalzare e sconcerta chi sa leggere e nel programma elettorale ha letto proprio ‘consumo zero’ e chi sa far di conto ed è in grado di calcolare agevolmente la differenza enorme tra una ‘riduzione’ ed uno ‘zero’. E chi legge e fa di conto intuisce che in quella frase c’è il riemergere di forze, interessi predatori in continuità con lo sfascio ed il degrado profondo della città che con la tua elezione speravamo di poter finalmente emarginare”. Insomma, l’ennesima voce che chiede una scossa, ma De Rosa lo fa da par suo.

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