30 anni di Università ad Aversa, Santulli: “La città deve sfruttarne la presenza”

di Livia Fattore

Aversa (Caserta) – 1990-2020, trent’anni di insediamento dell’Università nella Città di Aversa. Trent’anni in cui la Città e l’Ateneo si sono, di fatto, beatamente ignorati, senza un arricchimento reciproco. Un’assenza con l’obiettivo del recupero di un rapporto che è la molla che ha spinto il capogruppo del Pd Paolo Santulli a indirizzare una mozione al sindaco e al presidente del Consiglio comunale. Obiettivo: proporre al Consiglio comunale il varo di una commissione congiunta con l’Università, per elaborare iniziative per festeggiare i 30 anni, ma, soprattutto per avviare un processo comune di integrazione.

«Si ha la sensazione – afferma Santulli – che tuttora gli aversani non si siano granché accorti di ospitare ben due Facoltà prestigiose, quali sono Ingegneria ed Architettura e, per giunta, in due notevoli monumenti, come sono l’Annunziata e il San Lorenzo: testimonianze visibili – oso dire -anche ai ciechi della straordinarietà del patrimonio artistico, che vanta la nostra Città». Santulli, poi, esorta: «Non dobbiamo dimenticare che l’articolo 1 dello Statuto della città di Aversa recita: “… il Consiglio Comunale riconosce nell’Università il fattore strategico attivante i processi di riassetto del proprio territorio e dell’intero Agro e di riaggregazione di relazioni civili forti …”, se e quando questo si realizzerà, null’altro sarà stato fatto che l’adempimento di un doveroso “compito istituzionale».

Quasi un’occasione persa, almeno sino ad ora «atteso che fino ad oggi un’intesa di collaborazione con il Comune è stata occasionale, per cui andrebbe strutturata funzionalmente specialmente dal punto di vista delle opportunità offerte agli studenti, la linfa dell’Università, con alcune iniziative, come ad esempio: un servizio agevolato di trasporto,  una convenzione alberghiera (tra l’altro non è mai entrata in funzione la Casa dello Studente, e sulla vicenda è meglio stendere un velo pietoso!) qualche borsa di studio, qualche sconto fiscale». «A loro volta, le due Facoltà – continua Santulli – possono svolgere un ruolo essenziale per il recupero dell’identità culturale della Città, per il suo apporto alla tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e monumentale, per la costruzione di un futuro possibile, che veda Aversa protagonista di un nuovo percorso, ispirato alla cultura della legalità e della solidarietà, oltre che della conoscenza e della formazione, in un ambito non solo locale o regionale ma anche nazionale ed europeo».

Da queste considerazioni, la proposta: «Rafforzare una sinergia piena e fruttuosa, leale e virtuosa, convinta e duratura, che va incoraggiata anche attraverso una generazione di universitari, capaci di diventare, poi da professionisti, attori fondamentali del nuovo modello di sviluppo». In questo senso «si potrebbe proporre, quindi, di moltiplicare le iniziative culturali a tutti i livelli, sarebbe auspicabile che le due Facoltà fossero prese in considerazione per tutte le grandi programmazioni, gli studi, le analisi e le ricerche che riguardano la Città». «Si potrebbe – secondo l’ex parlamentare – varare un “piano del patrimonio culturale di Aversa” perché, forse così facendo, si potrà presentare al mercato internazionale non solo una proposta di turismo culturale, organica pure dal versante enogastronomico, ma anche un’offerta formativa multiculturale, aperta all’Italia, all’Europa e al mondo».

Insomma, l’Università come volano non di un turismo mordi e fuggi ma «di permanenza e di soggiorno, specialmente per docenti, ricercatori e studenti, offrendo anche agevolazioni su mense, alloggi e mobilità urbana. Insomma, una “proposta di futuro” per una comunità di cittadini che non deve dimenticare di avere come sua peculiare cifra distintiva quella di essere “città di ospitalità” da sempre». «Non riteniamo, infatti, casuale, – conclude Santulli – che Aversa abbia avuto in passato un Brefotrofio all’Annunziata, un Campo Raccolta Profughi, un Convitto per minori come l’Istituto San Lorenzo, un Ospedale Psichiatrico e abbia, ancora oggi, il Seminario Vescovile, un Ospedale Civile, un Ospedale Psichiatrico Giudiziario e,  non per ultimo, il Mendicicomio Sagliano, quasi a conferma di essere una Città accogliente, che si preoccupa dei propri concittadini dalla nascita fino alla vecchiaia avanzata».

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