Aversa, cede fognatura in Via San Nicola: riparazione bloccata per mancanza fondi

di Livia Fattore

Aversa (Caserta) – Centro storico aversano paralizzato da crolli di edifici e infiltrazioni. Mentre rimangono ancora, inspiegabilmente, in strada i resti dell’ex convento di San Girolamo, crollato, oramai, un mese fa, altre zone dell’Aversa che fu evidenziano i segni del tempo. Basta pensare al quartiere spagnolo del Lemitone dove una traversa, via Raffaele Musto, è chiusa da dicembre, oppure alla “new entry” di via San Nicola, dove ad essere chiusa è una importante strada di penetrazione e uscita da Aversa per chi deve raggiungere la periferia Sud della città o i confinanti comuni di Lusciano e Trentola Ducenta.

In quest’ultimo caso, il cantiere è bloccato da diversi giorni e, da quanto si è appreso, rischia di rimanere così a tempo indeterminato. «Il guaio – afferma chi è informato – è grosso assai e i soldi disponibili non servono neppure a chiudere gli scavi senza risolvere nulla». Senza scendere in ulteriori particolari tecnici relativi alle quote stradali e fognarie con relative immissioni private, nel caso in questione si tratta di una vecchissima fogna in tufo che in alcuni punti ha ceduto (tra Palazzo Orabona e il sagrato della chiesa dell’Immacolata) e per una settantina di metri (dall’incrocio con via Santa Lucia all’incrocio con via Drengot) non solo è otturata agli estremi ma è piena di fanghi fognari sedimentati al punto che della profondità originaria di circa un metro e mezzo ne rimane libera solo la terza parte.

Per risolvere la vicenda occorrerebbero almeno 150mila euro, sia per i necessari espurghi (con onerosissimi trasporti a discarica speciale dei fanghi inquinanti) sia per i lavori di quasi integrale ricostruzione e adeguamento di quei 70 metri di impianto fognario interessato dal guasto. «L’Area Lavori Pubblici (specie in questo momento di inizio anno in cui si sta operando coi dodicesimi di bilancio) – spiegano dalla casa comunale – può attualmente disporre per questo lavoro di soli 15mila euro che, appunto, non bastano neppure per chiudere gli scavi senza fare nulla e riaprire la strada». Insomma, una situazione critica dovuta a motivi finanziari.

Immobilismo, invece, per quanto riguarda gli altri due casi. Non è possibile che, a quasi un mese dal crollo, i resti del convento di San Girolamo continuino ad essere in strada bloccando la piazza. Non si sa se la magistratura abbia dato o meno il via libera alla pulizia. Ma se non lo ha fatto, il Comune deve sollecitare in questo senso. Se, invece, c’è l’ok dei giudici del Tribunale di Napoli Nord, allora l’Ente deve pretendere dai privati la rimozione dei calcinacci. IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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