Aversa (Caserta) – Prima l’indignazione dinanzi agli episodi di femminicidio, la solidarietà nei confronti delle tante vittime, che spesso culmina in iniziative “simboliche” condite da affollate passerelle istituzionali. Poi, subito dopo, cala il silenzio, e quei simboli diventano preda di abbandono e degrado.
Aversa, in tal senso, non manca di certo all’appello, come denuncia la presidente dell’associazione “Non Sei Sola”, Teresa D’Aniello, che negli anni ha posto in essere numerose iniziative, tra convegni seminari, corsi di formazione, incontri di sensibilizzazione con gli studenti, senza mai perdere di vista l’obiettivo primario: l’assistenza psicologica e legale a tutte le vittime di violenza di genere. Tante le volontarie, tanti i sacrifici, tante le opere di bene di chi solo ha a cuore un progetto sa: avvicinare donne in difficoltà, sensibilizzare uomini, ma soprattutto giovani che condividono spazi pubblici, il bene comune.
Eppure, come rende noto la presidente del sodalizio, “si è assistito al degrado dei riferimenti ‘simbolo’ di questo nobile progetto, come il ‘Muro delle Bambole’, sito all’ingresso della casa comunale, che è stato più volte depredato delle tante bamboline affisse dai bambini delle scuole coinvolte, o la ‘Panchina Rossa’, installata nel 2019 all’interno del Parco Pozzi, che è stata vandalizzata sottraendo la targa che era stata apposta con grande orgoglio il giorno dell’inaugurazione”.
Simboli, che potranno avere poco valore per chi passa e osserva distratto, ma che per i membri dell’associazione “Non Sei Sola” offrono la possibilità di manifestare la presenza costante di una porta sempre aperta per chi ne avesse bisogno. Pertanto, stanchi di soprassedere dinanzi ad atti così ingiusti e vili, i soci dell’associazione hanno deciso di denunciare per atti vandalici e di sistemare le proprie installazioni continuando il proprio percorso di volontariato, per ricordare quanto sia importante non smettere mai di parlarne. “Silenzio e indifferenza – sottolinea D’Aniello – sono pericolosi alleati della violenza. I simboli, invece, sono come i buoni esempi: smuovono le coscienze e vanno salvaguardati”. IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA