Carinaro (Caserta) – Uno speciale evento culturale quello che ha caratterizzato, lo scorso 13 febbraio, la comunità di Carinaro. Ospite, nella sala consiliare del Comune, Raffaele Bonanni, già segretario generale della Cisl, sindacalista, docente di Diritto del lavoro e scrittore, che ha presentato il suo ultimo libro intitolato “Dalla Manualità alla Rivoluzione Digitale”. Presenti il sindaco di Carinaro, Nicola Affinito, l’assessore alla Cultura, Alfonso Bracciano, il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo statale “Petrarca”, Ernesto Natale, il vicepresidente dell’associazione di promozione sociale “Costumi della Campania Antica”, avvocato Francesco d’Alonzo, l’avvocato Giovanni Ricevuto, già viceministro all’Istruzione. Non hanno fatto mancare la loro presenza il baby sindaco Raffaele Madonna e la sua giunta, con un pubblico di studenti che, con i loro docenti accompagnatori, hanno ascoltato e appreso le parole e le esperienze di vita che Bonanni ha proferito loro con tanta semplicità e coinvolgimento da motivare in un crescendo motivazione all’ascolto e coinvolgimento emotivo.
L’uomo autore non può prescindere da essere il suo vissuto e l’opera “Dalla Manualità alla Rivoluzione Digitale” risulta un excursus della sua esistenza dalla storia del piccolo borgo abruzzese in cui è nato, Bomba, in provincia di Chieti, all’infanzia trascorsa nei vicoletti del paesino intento a giocare con i coetanei, costruendo i suoi giocattoli. La cosa particolare che spiega Bonanni è: “Questa ritualistica di creare i giochi non era la predisposizione di un futuro ingegnere ma la quotidianità delle relazioni sociali di un tempo. Si iniziava a giocare pensando al tipo di gioco, costruendolo con materiali reperibili, legno, elastici, chiodi, parti meccaniche dismesse. Il gioco nasceva prima nella mente, con il progetto seguiva la realizzazione, infine venivano stilate le regole del gioco. Eppure una persona che nella sua vita ha conosciuto l’importanza della ‘manualità’ abbraccia la tecnologia”.
Molte sono oggi le critiche mosse al mondo digitale, da chi sostiene che la tecnologia sostituisce i lavoratori, a chi critica i social network responsabili della fine dei rapporti sociali veri, ormai soppiantati da esperienze di vita virtuali. Tutti temi affrontati da Bonanni, che sintetizza così: “Il tutto sta nel buon senso delle persone perché, si sa, è l’eccesso di tutte le cose che genera patologie. Sta all’intelligenza umana saper dosare l’utilizzo del digitale, perché è di utilizzo che si parla, bisogna considerare alla meravigliosa opportunità che la Rivoluzione digitale porta con sé. Come ogni Rivoluzione, anche questa segna una rottura con il passato, aprendo nuovi e infiniti orizzonti, la possibilità di comunicare a distanza, sentendo vicini affetti geograficamente lontani, la celerità di ogni forma di comunicazione, da quella personale a quella lavorativa e ancora la sua applicazione al mondo del lavoro. Bisogna arrivare a comprendere che il digitale, crea nuove forme di lavoro alle quali bisogna adattarsi”. Qui introduce una sentita vicinanza per la situazione Whirlpool: I campi in cui ormai e possibile operare con il digitale sono infiniti, dalla progettazione ad operazioni che una volta dovevano essere fatte a mano, con i limiti dell’uomo. Anche se molti, sono coloro che vogliono vedere in questo esclusivamente la perdita di impiego per molti operai”.
Poi ribadisce con forza che guardare alla rivoluzione digitale in questi termini è una prospettiva sbagliata, si tratta di un cambiamento e come tale dobbiamo adattarci, reinventando con la tecnologia nuovi lavori. Quindi, il digitale come tecnologia che rivoluziona e migliora la nostra vita, producendo benessere e miglioramenti. In questa nuova ottica, deve essere incoraggiato il passaggio al digitale, per non essere lasciati indietro in uno scenario mondiale e auspica al più presto la Costituzione degli Stati Uniti d’ Europa, una forza che coesa viaggia verso i medesimi obiettivi. Ed è in tale contesto che un ruolo indispensabile lo svolge la Scuola, pilastro della formazione, che se da un lato dispone della materia prima i nativi digitali, dall’altro, si deve adoperare per dare a questa generazione, gli strumenti giusti per sviluppare quelle competenze, che permetta loro di stare al passo con i tempi.
Qui il pensiero di Bonanni sposa quello del dirigente Natale: un alunno formato è il frutto di un docente che è riuscito a trasmettere competenze e sapere, che ha insegnato, tirato fuori, dai discenti il meglio del potenziale, e compito della scuola è formare il docente e dotare tutti gli edifici scolastici di attrezzature che supportino questo obiettivo. La scuola pilastro della società, alla quale è affidato il compito di formarsi e formare la nuova classe dirigenti che vedranno nel digitale un punto di partenza per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. Perché, tanto per Bonanni che per il dirigente Natale, è “sognando in grande che si possono raggiungere grandi risultati”. IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA