Gricignano, i residenti del Parco Mirabella: “Ecco perché abbiamo diffidato il Comune”

di Antonio Taglialatela

Gricignano (Caserta) – “Con la nostra diffida ad adempiere abbiamo chiesto al Comune di Gricignano di Aversa di attivare il procedimento finalizzato a dare completa attuazione agli obblighi assunti nell’ormai (da tempo) scaduto programma costruttivo sottoscritto in data 12 settembre 1994 tra lo stesso Ente comunale ed il Consorzio per Gricignano”. A sottolinearlo è l’avvocato Fulvio Savastano che, in una nota inviata alla nostra redazione, per conto dei suoi assistiti – i signori Quadri, Malgeri e Vittoria – residenti del Parco Mirabella nella cosiddetta “Zona Nato” di Gricignano, respingono le accuse sollevate da Marcello Damiano, altro residente della zona, che, in un’intervista rilasciata a Pupia lo scorso 15 gennaio, insieme al sindaco Vincenzo Santagata, aveva dichiarato: “L’Italia è fatta da stupidi e imbecilli: ce ne sono tanti e va bene così”, rispondendo ad una domanda relativa proprio all’atto di diffida inviato al Comune dai tre cittadini.

“Con la diffida ad adempiere – spiega l’avvocato Savastano – da me redatta e presentata dai signori Quadri-Malgieri e Vittoria, a mezzo pec, in data 26 settembre 2019, e quindi a mani al protocollo comunale il 1 ottobre 2019, fu chiesto al Comune di Gricignano di Aversa, in particolare: di procedere all’acquisizione a titolo gratuito delle infrastrutture primarie realizzate dal soggetto attuatore nel corso del programma costruttivo, previo collaudo delle stesse; di procedere all’acquisizione delle aree rimaste inedificate e/o ancora non trasferite a terzi con i consequenziali provvedimenti del caso (anche in ordine ai danni cagionati dalla parte inadempiente)”. “Tale diffida – continua Savastano – è, peraltro, solo l’ultimo atto di una lunga, annosa e dispendiosa battaglia giudiziaria che alcuni dei sottoscrittori hanno intrapreso nei confronti del Comune e del Consorzio proprio al fine di far accertare l’intervenuta scadenza delle predette convenzioni, con le ovvie conseguenze in termini legali”.

Al fine di chiarire la portata del contrasto che ha visto contrapposti i suoi assistiti ed il Comune, l’avvocato ricorda che “per la consegna dei documenti relativi al predetto programma costruttivo i richiedenti sono stati costretti prima a diffidare il Comune ai sensi della Legge 241/1990, quindi a proporre ricorso al Tar e, stante l’ulteriore inerzia della Pubblica amministrazione, a richiedere al Tar addirittura la nomina di commissario ad acta. Solo a questo punto, e dopo la nomina del commissario, i documenti furono consegnati dall’Utc”. “Pertanto, – conclude – dare degli ‘stupidi’ e degli ‘imbecilli’ a privati cittadini, che vogliono soltanto far valere i propri diritti, riveste certamente le caratteristiche della diffamazione, particolarmente inaccettabile nel caso di specie in quanto i destinatari svolgono pubbliche funzioni poiché si tratta di appartenenti alle forze dell’ordine e di un dipendente ministeriale”.

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