Aversa (Caserta) – Anche in questi giorni di emergenza coronavirus la giustizia amministrativa non si ferma e interviene in una vicenda che da settimane teneva banco ad Aversa, quella delle cosiddette “mansarde abusive” in via Michelangelo. La storia nasce quasi venti anni fa, quando venne contestata dal Comune la realizzazione, senza titolo, di cinque mansarde in una cooperativa di via Michelangelo per le quali, pertanto, vennero emesse – nel 2003 – altrettante ordinanze di demolizione e rimessa in pristino dello stato dei luoghi entro 90 giorni. Poi, entrato in vigore il decreto legislativo 269/2003, il cosiddetto “condono edilizio”, i proprietari chiesero e ottennero permessi di costruire in sanatoria, cosa che, per legge, rende nulli gli ordini di demolizione precedentemente emessi.
Tuttavia, a distanza di quasi dieci anni dal rilascio del titolo, nel 2017, il Comune avviò un procedimento per annullare detti titoli in sanatoria, peraltro per non per ragioni edilizio urbanistiche ma perché riteneva che la domanda andasse fatta nei novanta giorni dalla demolizione; per cui, effettivamente, nel dicembre 2018 annullò le concessioni in sanatoria. Difesi dall’avvocato Fabrizio Perla, quattro dei cinque proprietari presentarono subito ricorso al Tar, che ha da poco fissato l’udienza per discutere i ricorsi nel merito per il 20 maggio 2020, peraltro evidenziando come la legge, articolo 6 della Legge numero 124/2015, prevede che gli annullamenti in autotutela possono avvenire perentoriamente entro diciotto mesi, mentre nella specie si è a distanza di ben quattordici anni dalla richiesta e dieci dal rilascio.
Nelle more di ciò, il dirigente ingegner Serpico, qualche giorno fa, ha emesso un’ordinanza con la quale si dichiara l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale dell’immobile e se ne ordina lo sgombero da persone e da cose entro 30 giorni, irrogando anche una sanzione amministrativa pecuniaria di 20mila euro a ciascuno di essi. Tali provvedimenti sono stati immediatamente impugnati dai ricorrenti, difesi dall’avvocato Perla davanti al Tar, il quale, nonostante i giorni difficili, stante l’urgenza, con decreti monocratici del presidente della ottava sezione, accogliendo la domanda, li ha sospesi ed ha fissato l’udienza al 22 aprile prossimo.
L’avvocato Perla, che difende gli interessati, interpellato, ha in proposito precisato come “qui non si tratta di tutelare abusi ma tutt’altro, ovvero il diritto di chi ha ottenuto un valido e legale titolo dal Comune, come previsto dalla legge, e dopo oltre dieci anni se lo vede annullare palesemente contra legem e per ragioni che ancora fatichiamo a comprendere”. Di certo, la vicenda non è conclusa, si attendono le udienze del 22 aprile e del 20 maggio. Nel frattempo, però, il Tar ha sospeso gli atti del Comune.