Un centinaio di militari ed unità cinofile antidroga delle Fiamme gialle trentine, a partire dall’alba del 4 marzo, hanno effettuato arresti e perquisizioni nei confronti di un’agguerrita associazione a delinquere, composta prevalentemente da soggetti di origine albanese, che controllava il mercato dello spaccio nella provincia di Bolzano, con importanti ramificazioni anche in Veneto.
Si tratta dell’operazione internazionale antidroga, denominata “Besa 2018”, che si è appena conclusa con l’esecuzione di 25 misure di custodia cautelare in carcere emesse dal tribunale di Trento, 22 delle quali eseguite sul territorio nazionale (Trentino Alto Adige, Veneto e Puglia) e le restanti tre all’estero con l’attivazione del Mae (mandato di arresto europeo) e del mandato di cattura internazionale in Albania, Ungheria e Turchia. Le catture eseguite in queste ore si vanno ad aggiungere ai dodici arresti in flagranza di reato già effettuati nel corso delle indagini.
Le investigazioni, avviate a marzo 2018 grazie al monitoraggio dei movimenti di alcuni pregiudicati albanesi presso le principali piazze di spaccio della provincia di Bolzano, sono state dirette dal sostituto procuratore Davide Ognibene della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Trento e condotte dalle unità speciali antidroga del Gico (Gruppo di investigazione sulla criminalità organizzata) in forza al Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Trento, con la collaborazione del reparto operativo – nucleo investigativo dei carabinieri di Bolzano, co-delegato ad eseguire i riscontri operativi nel comprensorio del Burgraviato (Merano e comuni limitrofi).
Per sgominare la vasta rete di narcotraffico, che si estendeva dall’Albania, passando per la Germania e la Svizzera fino ad arrivare in Italia, fondamentale si è rivelata l’attività info-investigativa operata dai finanzieri trentini con la preziosa collaborazione dello Scico (Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata) della Guardia di Finanza di Roma, attraverso il ricorso a procedure di cooperazione internazionale attuate tramite il II reparto “Coordinamento informativo e relazioni internazionali” del comando generale e la Dcsa (Direzione centrale per i servizi antidroga) del Ministero dell’Interno.
Le complesse indagini di polizia giudiziaria, svolte anche con l’ausilio di attività tecniche, di prolungati servizi di osservazione e pedinamento, nonché di numerose azioni di riscontro sul territorio, hanno così permesso di scoprire e disarticolare un’agguerrita associazione per delinquere, aggravata per essere composta da più di dieci sodali e per avere a disposizione armi da fuoco, composta prevalentemente da soggetti di origine albanese (da qui il nome dell’operazione “Besa”, termine albanese che indica il “patto d’onore” che lega i vari membri dei tre gruppi in cui si snoda l’associazione) dedita all’importazione ed alla successiva distribuzione, in particolare nel territorio altoatesino, di ingenti partite di stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana.
Nel corso dei due anni di indagine, 12 persone (8 albanesi, 2 tunisini, un egiziano e uno svizzero) sono state arrestate in flagranza di reato ed altre 6 (4 italiani residenti tra Bolzano e Merano e 2 albanesi) denunciate a piede libero a seguito di mirati riscontri operativi nei comuni di Bolzano, Merano, Bressanone, Lana, Appiano e Parcines, con il contestuale sequestro di circa 20mila euro in contanti, di oltre 25 chili tra cocaina, marijuana e hashish del valore di oltre 550mila euro e l’accertamento dell’avvenuta immissione in consumo nel solo “mercato” altoatesino di ulteriori circa 10 chili di cocaina e hashish, per un controvalore di circa 500mila euro. In esecuzione delle misure di custodia cautelare in carcere, sono stati catturati, in Italia, 2 italiani dimoranti nei comuni di Massafra e Palagiano, in provincia di Taranto, ma che all’epoca dei fatti contestati erano entrambi residenti a Bressanone, dove rifornivano il locale mercato di spaccio per conto dell’associazione; 16 cittadini di nazionalità albanese, un kosovaro, un tunisino e un macedone residenti a Bolzano, Merano, Lana, Marlengo e un albanese residente a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza.
Inoltre, sulla base della procedura del mandato d’arresto europeo e grazie agli accordi internazionali in materia di estradizione, sono stati contemporaneamente arrestati 3 appartenenti al sodalizio che si trovavano in territorio albanese, attraverso la cooperazione internazionale fornita agli investigatori trentini dalla Shtetit Shqiptar, la polizia nazionale albanese. Il bilancio complessivo dell’operazione “Besa” ha portato all’individuazione e alla denuncia di 43 narcotrafficanti, 37 dei quali tratti in arresto, nonché al sequestro di oltre 25 chili di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, marijuana e hashish, nonché di circa 20mila euro in contanti. Lo stupefacente sequestrato, una volta venduto al dettaglio, avrebbe garantito ai narcotrafficanti introiti per oltre mezzo milione di euro. IN ALTO IL VIDEO