Sgominata dai carabinieri di San Prisco un’associazione a delinquere dedita allo spaccio di droga tra i comuni di Santa Maria Capua Vetere, Casapulla, Curti, San Prisco e altre zone nei dintorni di Caserta. 7 gli arrestati. In carcere sono finiti: Giuseppe Gambardella, 39 anni; Gianluca Coppola, 29; Biagio De Gennaro, 53; Antonio Di Rienzo, 50. Ai domiciliari: Donato Di Caprio, 56; Antonio Crispino, 61; Luca Amendola, 62.
Il provvedimento cautelare, emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura sammaritana, recepisce l’esito di articolata attività investigativa condotta dall’agosto 2017 al marzo 2019, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, dichiarazioni rese dagli acquirenti, nonché servizi di osservazione, perquisizioni, sequestri ed arresti in flagranza di reato.
Le indagini hanno consentito di: documentare numerosi episodi di cessione di sostanze stupefacenti da parte degli indagati ad un numero significativo di clienti nella zona ricadente tra i comuni di Curti, San Prisco, Casapulla, Santa Maria Capua Vetere e paesi limitrofi; rilevare un collaudato sistema di consegna dello stupefacente che prevedeva appuntamenti presso l’abitazione degli indagati o dei cessionari, oppure presso altri luoghi, di volta in volta, individuati; risalire sia al dato qualitativo sia quantitativo delle sostanze stupefacenti, atteso che le cessioni avevano principalmente ad oggetto involucri di hashish, cocaina e crack rispettivamente per un importo di 10 euro per ogni 1-2 grammi, 10 euro per ogni 0,1 grammi ed un prezzo dai 30 ai 50 euro per 0,3/0,5 grammi; riscontrare che le persone colpite dal provvedimento cautelare si sono rese responsabili, singolarmente ed in concorso, di complessivi 248 episodi di cessione di narcotico e 25 di detenzione di elevato quantitativo di hashish ai fini di spaccio; trarre in arresto in flagranza di reato 4 persone e sottoporre complessivamente a sequestro 860 grammi di hashish e 90 di marijuana.
I contenuti delle conversazioni captate, che avvenivano attraverso un linguaggio criptico e convenzionale, decodificato dai Carabinieri (lo stupefacente veniva indicato facendo ricorso a termini del tipo “caffè”, “biglietti”, “prevendite”, “bollette”, “caldaia”, “piccolo”, “grande” eccetera), hanno consentito di appurare e fotografare le modalità con cui gli indagati realizzavano l’illecita attività.