Aversa (Caserta) – Lavori costati milioni di euro per riportare agli antichi splendori l’ex complesso conventuale di San Domenico, letteralmente buttati al vento. Lo storico edificio continua ad essere non solo inutilizzato, ma anche inutilizzabile così com’è. I finanziamenti non sono bastati ad effettuare tutti i lavori necessari per rendere fruibile una struttura magnifica che il tempo e l’incuria umana stanno distruggendo.
Eppure, 12 anni fa l’allora sindaco Mimmo Ciaramella cantava vittoria e annunciava raggiunte l’arrivo di 16 milioni di euro, fondi Comunitari elargiti attraverso la Regione Campania per il completamento di quello che doveva essere il Polo Giudiziario di piazza San Domenico. Lo stesso primo cittadino azzurro evidenziava che, grazie alla giunta della Regione Campania, la Città di Aversa aveva ottenuto un finanziamento di circa 32 miliardi delle vecchie lire per il completamento del Polo Giudiziario.
«Molto probabilmente – concludeva Ciaramella – prima della fine del mio secondo mandato potremo consegnare alla Città un’altra grande opera: la cittadella giudiziaria». Purtroppo per Ciaramella e, soprattutto per Aversa e gli aversani, quei finanziamenti successivi, quelli previsti e promessi, non sono mai arrivati se non in minima parte. Ciaramella termina il suo secondo mandato senza poter realizzare, non per colpa sua, la promessa. Arrivano nuovi sindaci e, soprattutto, il nuovo Tribunale di Napoli Nord e tutti dimenticano letteralmente il complesso di San Domenico. Anche i lavori già eseguiti per trasformarlo in cittadella giudiziaria vengono erosi dall’incuria del tempo, dalle mani dei vandali e, guarda caso, da incompetenza, con una volta a sesto acuto deturpata per realizzare una cabina di un ascensore con la benedizione della Soprintendenza. Tutto dorme. Tutto tace. Tutti dimenticano.
A riportare il complesso alla ribalta della cronaca due episodi. La pubblicazione di una serie di fotografie sui social da parte di un amante di storia patria, Paolo di Grazia, e la richiesta di Gennaro Mariniello di Campania Plus del complesso in comodato d’uso alle associazioni. Il primo certifica, una volta di più, una cruda verità: gli aversani non sanno tutelare la loro storia, il loro passato, i loro gioielli che in qualsiasi altra parte della Penisola ne avrebbero fatto la ricchezza. Decine di miliardi delle vecchie lire sono stati letteralmente buttati, sepolti in quello che una volta era lo splendido antico Palazzo di Città per poi essere adibito a biblioteca comunale e da decenni consegnato alla devastazione del tempo.
Sale affrescate, pavimenti d’epoca, architettura di pregio. Tutto completamente e, forse, irrimediabilmente abbandonato ai disastri del tempo a meno che l’attuale maggioranza di centro sinistra non faccia il miracolo di presentare un progetto di recupero e trovare i relativi finanziamenti per riportare all’antico splendore un pezzo di storia di quella che è stata la prima Contea Normanna C’è chi ipotizza un crowdfunding che consenta il “miracolo”, così come avvenuto per l’annessa chiesa di San Domenico che, purtroppo, dopo l’impresa della riapertura dopo 40 anni, continua ad essere chiusa al pubblico ad eccezione del tempo necessario per la celebrazione della messa domenicale. Uno sfregio alla città. Un’altra speranza viene dalla richiesta (formalmente protocollata) avanzata da Campania Plus con Gennaro Mariniello che ipotizza un comodato d’uso alle associazioni cittadine che ne facciano richiesta per rivitalizzare un patrimonio che rappresenta la Storia della città. Potrebbe essere questa una soluzione, anche se non la migliore, per rivitalizzare quello che era stato il cuore di Aversa nel Settecento e nell’Ottocento. IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA