Aversa, edifici storici in rovina che aspettano il recupero

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Edifici che rappresentano la storia della città normanna stanno andando in rovina a fronte di una carenza di spazi e alla necessità di rivitalizzare il centro storico con un consumo di suolo zero. Ad Aversa, salta immediatamente agli occhi il complesso di San Domenico già Palazzo di Città, parzialmente ristrutturato. Ma sono tanti quelli interessati da un recupero auspicato.

Tra i tanti, l’edificio ex sede del Pime (le Pontificie Missioni Estere). Nel 2013 l’allora sindaco Giuseppe Sagliocco annunciava il restauro dell’edificio ubicato in via Drengot. Il progetto, approvato in giunta, prevedeva interventi statici. Interessante, ai fini pubblici, la destinazione ventilata da amministrazioni passate di trasformare l’ex Pime in una scuola ‘parcheggio dove sistemare le classi di quegli istituti che necessitano di manutenzione straordinaria. Si passa, poi, alla storica Pretura di piazza Plebiscito, passato da Ufficio del Giudice di pace a possibile archivio del Tribunale di Napoli Nord. Un utilizzo assolutamente non condivisibile. Ci si mettano uffici comunali e si sposti l’archivio in edifici pubblici periferici. Ancora, per il complesso conventuale del Carmine, già caserma di Cavalleria e sede del liceo scientifico, di proprietà del Fec (il Fondo per il culto del Ministero degli Interni), il ministro di Giustizia Alfonso Bonafede ha promesso, da un anno, la trasformazione in Procura della Repubblica del Tribunale di Napoli Nord, ma, da allora, solo silenzio e nessuna attività.

Intanto, alla Procura è andato l’ex carcere mandamentale che doveva essere una Casa dello Studente, ma non è mai decollata. Non è ancora tornata alla Città, invece, l’altra Casa dello Studente, quella che fu la Regia Scuola Media (poi la Manzoni) in via Castello. C’è un chiaro atto di giunta voluto dall’assessore al Patrimonio dell’epoca, Michele Ronza, che, però, ad oggi, gli uffici comunali sembrerebbero non aver ancora messo in atto. Il problema è serio anche perché Adisurc, ex Adisu, ha speso quasi 4 milioni per la ristrutturazione. Quello che, comunque, è certo è che l’immobile deve essere restituito al patrimonio cittadino.

Futuro incerto, nonostante i patti sottoscritti con la provincia, anche per la storica sede del liceo classico Domenico Cirillo, nella piazza omonima. E, infine, la invenduta Casa del Fascio in via Roma, che la precedente amministrazione non è riuscita a vendere, ubicata nella centralissima via Roma. Vi sono, poi, grandi contenitori di proprietà ecclesiastica come: il convento delle Cappuccinelle, quello di San Francesco, quello delle Ancelle e l’ex asilo Cascella a Savignano.

È opinione comune che il recupero di contenitori vuoti evita nuove costruzioni e consumo di suolo. Un obiettivo, quest’ultimo, che, a parole, tutte le forze politiche dicono di voler perseguire in vista della redazione del Puc. Solo intenzioni, però, considerato che questa amministrazione non intende, nei fatti, attuarlo. Basti pensare alla possibilità concessa all’Università di realizzare altri nuovi laboratori sottraendo altro suolo a fronte di tanti contenitori pubblici vuoti.

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