Aversa (Caserta) – Un tentativo di suicidio, vanificato grazie alla prontezza degli agenti della Polizia penitenziaria, si è verificato all’interno del carcere «Filippo Saporito» di Aversa. Protagonista un giovane nordafricano che ha tentato di togliersi la vita impiccandosi, ma è stato salvato dal pronto intervento degli agenti in servizio per poi essere ricoverato in prognosi riservata presso il locale nosocomio. Solo il 6 aprile scorso vi fu arrestato anche un agente di polizia penitenziaria che, secondo le accuse, avrebbe fornito ai carcerati sostanze stupefacenti e cellulari.
Una serie di episodi presso quello che fu uno dei più famosi e famigerati ospedali psichiatrici giudiziari italiani che pone interrogativi sulle reali condizioni di quello che dovrebbe essere, sulla carta, un carcere a basso impatto. Non a caso, come rivela il garante regionale delle carceri Samuele Ciambriello, la direttrice Carla Mauro ha scritto una lettera al Guardasigilli nella quale denuncia i lunghi tempi di attesa di strumenti che possano ridurre il numero di reclusi. «Il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria – ha dichiarato Ciambriello – sostiene di avere acquistato 5000 braccialetti, ma, intanto, anche nella nostra Regione i tempi di attesa per i detenuti che hanno ottenuto un’ordinanza di concessione della misura alternativa della detenzione domiciliare con applicazione del braccialetto elettronico, sono diventati lunghi e creano sentimenti di angoscia in coloro che ne sono beneficiari».
«Tale frustrazione e malessere – afferma il garante passando al caso in esame – hanno portato un detenuto del carcere di Aversa a compiere un grave tentativo di gesto estremo, scongiurato soltanto grazie alla professionalità e alla prontezza del personale in servizio. Voglio pubblicamente elogiare la Direttrice Reggente del carcere di Aversa, Carla Mauro, per la lettera – denuncia inviata al Ministero della Giustizia – Dap in cui chiede di “interessare nuovamente il ministero dell’interno – dipartimento di pubblica sicurezza- per ogni utile intervento atto a ridurre la lunghezza a dei tempi di attesa, che non soltanto va ad inficiare il criterio di semplificazione sotteso alla normativa deflattiva in parola , ma che soprattutto mina il clima generale dell’ istituto, già provato dal particolare periodo di emergenza nazionale”».
La direttrice nella lettera sostiene di essere in attesa di 10 braccialetti elettronici per i suoi detenuti. «È una vergogna, sia la mancanza di braccialetti, sia il fatto di volerli utilizzare per forza per fare uscire i detenuti che devono scontare ancora solo 18 mesi di reclusione, in misura di detenzione domiciliare. Ma la politica ha capito che il carcere è una polveriera con miccia corta?», conclude il Garante campano. Intanto nel carcere di Aversa, situato nel centro della città normanna, il clima diventa sempre più infuocato e a farne le spese sono i più deboli psicologicamente.