Emergenza da coronavirus e impatti sulle Pmi di Terra di Lavoro e della Campania: Giovanni Bo, imprenditore aversano e presidente di Piccola Industria di Confindustria Caserta lancia una serie di proposte concrete per la ripresa immediata delle attività, tempi certi e procedure semplificate per le agevolazioni, garanzie sulla Cassa Integrazione e lo sblocco dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione. “La pandemia sta determinando conseguenze pesantissime non solo per le attività produttive – sottolinea il presidente Bo – ma per tutto il sistema socioeconomico locale e nazionale. Come imprenditori ci troviamo a dover fronteggiare una doppia criticità: dal lato dell’offerta con la contrazione di produzione, servizi e lavoro; dal lato della domanda con la riduzione di consumi, investimenti ed esportazioni”.
Che ripercussioni ci sono per il tessuto produttivo di Terra di Lavoro? “La provincia di Caserta è caratterizzata non solo da grandi insediamenti industriali – risponde Giovanni Bo – ma anche da una fitta presenza di piccole e medie imprese che ne rappresentano in cuore pulsante e dinamico. Praticamente siamo al blocco delle nostre attività impantanati non solo da rallentamenti logistici a causa della pandemia, ma anche per una burocrazia ancora molto lenta. Le faccio un esempio: alcune aziende del territorio, dando un grande segnale di responsabilità e solidarietà, hanno riconvertito la loro produzione in materiali di sicurezza anti Cpvod-19, ma a distanza di un mese dalla richiesta di autorizzazioni non hanno ricevuto alcune risposta. Ma non è il solo paradosso della burocrazia…”.
A che cos’altro si riferisce? “In base al decreto Cura Italia – prosegue il presidente di Piccola Industria – l’Inail classifica il contagio da Covid come infortunio sul lavoro, facendone gravare la responsabilità sull’imprenditore, anche se quest’ultimo abbia rispettato le prescrizioni di legge sulla sicurezza”. In Terra di Lavoro quali sono i settori più colpiti dalla pandemia? “Con l’attuale blocco – replica Giovanni Bo – tutte le filiere produttive sono a rischio, iniziando da quelle sulle quali punta la provincia di Caserta per il suo futuro: il comparto turistico-alberghiero, la ristorazione e l’industria della cultura, per le quali si prevedono tempi lunghi di riattivazione. E con loro tutto l’indotto: pensiamo ad doppio impatto su caseifici, agricoltura e industria del vino, con il calo di consumi provenienti da ristoranti, bar, alberghi ed export, ma anche alla riduzione di attività per il calo di addetti. Quest’ultimo problema, in particolare, investe in modo massiccio anche il manifatturiero, per le difficoltà di spostamento di beni e persone”.
Lei è un imprenditore attivo da mezzo secondo nell’edilizia e nell’arredamento di interni: come vive il settore questa crisi? “L’edilizia – dice il presidente di Piccola Industria Caserta – è uno dei settori che fa da traino all’economia italiana ed ha una lunga tradizione in Terra di Lavoro: come è stato sottolineato in sede nazionale e regionale è uno dei comparti da far ripartire subito. Ma anche qui, ad una domanda del settore pubblico rallentata negli ultimi anni, va alimentata, come chiesto anche dal presidente di Confindustria Caserta, quella legata alle opere pubbliche, in grado di rimettere in moto parte della nostra economia locale. Penso a tanti cantieri in via di completamento: ecco, forse è proprio da qui che dobbiamo ripartire”.
Quali sono le proposte lanciate a Confindustria Campania da portare in sede nazionale? “Nel mio messaggio al presidente Abate – conclude Giovanni Bo – ho segnalato una serie di priorità già condivise in videoconferenza col Direttivo di Piccola Industria Caserta. In particolare chiediamo la ripartenza delle attività nel rispetto di quanto previsto dai protocolli per la sicurezza ed alle prescrizioni di carattere sanitario; tempi certi e procedure semplificate per poter fruire delle agevolazioni finanziarie previste dal Decreto Liquidità); lo sblocco dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione; garanzia in tempi brevi del pagamento della Cassa Integrazione da parte dell’Inps o attraverso l’anticipazione da parte delle Banche. E poi, mantenere alta la guarda, anche quando ne saremo fuori, perché “Non si abbandona mai la battaglia”, come recita il titolo di un libro Eric Greitens sulla resilienza”.