Aversa (Caserta) – «Chi vuole andare dal notaio a sfiduciarmi, se ne assumerà la responsabilità politica ed etica». Alfonso Golia, sindaco di Aversa risponde nettamente quando gli viene chiesto, in sede di videoconferenza stampa, se sono fondate le voci di un primo appuntamento dal notaio (saltato) per mandarlo a casa.
Golia va oltre e manda un messaggio ancora più netto ai suoi detrattori, cinque consiglieri comunali di maggioranza (Eugenia D’Angelo, Paolo Santulli, Francesco Forleo, Imma Dello Iacono e Luisa Diana Motti) ai quali si unisce anche il presidente del Consiglio comunale Carmine Palmiero: «Il giudizio su un’amministrazione non può essere dato dopo 9 mesi. Il patto col popolo finirà tra 5 anni. Da quando mi sono insediato si sono susseguite una serie di emergenze che ci hanno impegnato, ma abbiamo portato a casa risultati importanti, come l’accordo con l’università Vanvitelli che ci permetterà di creare una connessione diretta con il mondo accademico che potrà portare solo benefici». «Noi – conclude il primo cittadino – chiediamo convergenza sui temi, non sulle poltrone. Chi ha accettato di candidarsi col sindaco Alfonso Golia sa bene che questo è un principio chiaro che porterò avanti fino alla fine del mandato elettorale».
Critiche dall’opposizione con il pentastellato Roberto Romano che afferma: «Con l’ingresso dei nuovi assessori in giunta, constatiamo che la logica della spartizione politica ha avuto il sopravvento. Se poi analizziamo i contenuti di questo rimpasto, ci accorgiamo che il sindaco richiama in giunta un assessore della amministrazione de Cristoforo, di cui era il maggior oppositore, e promuove la più fedele consigliera comunale targata Pd, referente del consigliere regionale Graziano». «Il M5S – conclude Romano – condanna, in questo momento delicato per l’intera comunità, presa dall’emergenza Covid-19, l’atteggiamento irresponsabile teso a mettere insieme posizioni inconciliabili, che si riveleranno tali prima o poi, distraendo le energie necessarie per il rilancio di questo territorio».
Sempre dall’opposizione si registra la presa di posizione di Gianluca Golia: «Il mini rimpasto, dopo appena 9 mesi, rappresenta una oggettiva necessità di aggiustare il tiro, perché, ad oggi, dalla prima giunta di “illuminati”, è stata aria fritta. Basti pensare alla situazione del Mof, allo stallo della questione parcheggi, ricordando ancora il passaggio tra le ditte per l’igiene urbana, uno stadio chiuso, insomma: il quotidiano lo abbiamo lasciato al 9 giugno 2019». «I professionisti nominati – continua il consigliere del centrodestra – sono tutti professionisti seri e accreditati ma, il criterio usato nella scelta, ha ancora qualcosa di strano. Ovviamente è netta la frattura che si è consumata con questo nuovo gesto e, non mi sorprenderebbe vedere altri segnali di insofferenza a breve. Insofferenza che ricadrà inevitabilmente sulla tenuta della maggioranza stessa a discapito della cittadinanza. Vedremo».
Tra i consiglieri “dissidenti” è ancora Paolo Santulli del Pd a parlare: «Gli assessori vanno giudicati sul campo. Va però sottolineato che il sindaco ha ritrattato i metodi e i criteri stabiliti all’inizio, quando ha deciso di scegliere, ovviamente in modo autonomo, solo assessori tecnici. Infatti oggi ha nominato assessori politici. E’ implicitamente un ammissione di fallimento». «L’andamento dell’esecutivo – conclude Santulli – dipenderà dalle scelte amministrative messe in campo, che saranno valutate di volta in volta. Certo è che il sindaco ha scelto due assessori su tre di centro destra, un bel segnale distensivo, ma tradisce lo spirito del progetto politico presentato dal sindaco ai cittadini».