Parete e i test rapidi per il Covid, Vitale: “Iniziativa inopportuna”

di Redazione

Parete è il primo comune del Casertano ad aver autorizzato, con ordinanza del sindaco Gino Pellegrino, i test rapidi per accertare la presenza del Coronavirus, mettendosi contro le autorità preposte in quanto sia l’Asl che la Regione Campania, così come il Ministero della Salute, ritengono tali test non del tutto attendibili.

“L’Asl continua a praticarne pochi di tamponi – aveva dichiarato ieri Pellegrino – ma noi sindaci, che ricordo siamo le massime autorità sanitarie nel comune, abbiamo comunque l’obbligo di tutelare chi è in prima linea; per questo abbiamo stanziato 10mila euro di fondi nostri per circa 600 test rapidi, e da ieri abbiamo iniziato a praticarli ai medici del territorio e ad alcuni agenti della Municipale; anch’io mi sono sottoposto al test. Tutti sono risultati negativi”.

Una decisione che ha sollevato polemiche politiche anche in seno al Consiglio Comunale. Raffaele Vitale (nella foto), esponente del Pd ed ex sindaco della città, ha ingaggiato via social un’accesa discussione. Ora Vitale interviene con una missiva indirizzata al sindaco per chiarire quanto da lui sostenuto: «Caro sindaco, mi dispiace se alcuni suggerimenti e/o spunti critici che ho avanzato siano stati letti da te con spirito polemico. Nelle mie parole non c’era alcun intento polemico anzi ho apprezzato ed apprezzo lo sforzo enorme che state facendo per fronteggiare sul nostro comune questa emergenza sanitaria e sono consapevole anche della tensione che hai accumulato in questo periodo.

Posso immaginare, avendo ricoperto la carica di sindaco, la pressione che senti perché sul sindaco si riversa una grossa responsabilità. Avevo semplicemente avanzato delle perplessità sulla utilità, opportunità ed affidabilità dei test che intendi utilizzare e mi pongo il problema se siano di aiuto o possono rappresentare un rischio. Così come mi chiedo se lo scontro con la Regione e con l’Asl sia utile a salvaguardare al meglio la salute dei cittadini di Parete. L’iniziativa che tu proponi come modello da seguire è stata ritenuta utile da chi? Da Barbara D’Urso? Ma tutte le autorità sanitarie nazionali, internazionale e mondiali (Oms) ritengono che non debba essere perseguita perché inutile e pericolosa.

Dici che sono stati utilizzati in alcuni ospedali. Ma, a quanto si apprende sulla stampa, pare che in alcuni ospedali si sia diffuso il contagio proprio per un uso improprio di tali test rapidi. Non la penso solo io cosi, come hai visto, la pensa così anche il presidente della Regione Campania che è anch’esso autorità sanitaria e che in questa emergenza si è fatto apprezzare da tutti per competenza, rigore ed efficacia. Tra l’altro, esiste un espresso divieto e questi test non possono essere eseguiti o forniti da centri privati. Anche qui non si è proceduti con quanto previsto nell’ordinanza dove si faceva riferimento alla stipula di una convenzione con appositi centri per la somministrazione di questi test. Oggi chi li somministra? C’è un centro di riferimento o vengono fatti direttamente dal Comune?

Il dottor Locatelli, presidente del Consiglio Superiore della Sanità, ha annunciato che un test sierologico attendibile ancora non c’è e si è predisposta una gara internazionale per ricercare un test che abbia una attendibilità del 90/95%. Mi pare assurdo che tu hai a disposizione un test affidabile, come hai detto, al 97/98% e né l’Istituto Superiore della Sanità né il Comitato Tecnico Scientifico Nazionale né l’Organizzazione mondiale della Sanità se ne sono accorti? Se davvero il contenimento della diffusione del virus fosse possibile con un test che si fa con una gocciolina di sangue in 15 minuti e costa 25 euro mi meraviglio che non sia utilizzato da Asl Regioni e Governo.

La realtà, purtroppo, è ben più complessa. Insistere in una iniziativa che viene fatta in contrapposizione con la Regione, l’Asl e le indicazioni scientifiche nazionali mi sembra inopportuno. E qui non vale la regola ‘più si fa e meglio è’ e nemmeno la regola ‘in mancanza di altro almeno faccio questo’. Perché in una vicenda così delicata non bisogna fare tanto per fare ma bisogna fare bene e con attenzione. I cittadini di parete non si tutelano dal rischio del contagio salvaguardando il Comune come se fosse un’isola nel deserto. Quando inizierà la fase 2 la sicurezza dei cittadini di Parete dipende dalla sicurezza di tutta la Campania. Per garantire i cittadini di Parete è necessaria una politica sovracomunale di concerto con le istituzione se vogliamo al meglio e davvero tutelare la salute dei nostri cittadini. Ecco perché ritengo che questo scontro frontale sia tanto inutile quanto inopportuno.

In ogni caso, debbo dirti che, avendoti ascoltato sulle varie tv e, da ultimo, a Canale 5, mi sono un po’ rasserenato perché ho notato che l’azione di screening che intendi fare è limitata ad alcune categorie (Polizia municipale, Protezione civile, addetti ai supermercati) e rispetto alla tua ordinanza hai rinunciato, credo, ad effettuare lo screening anche alle categorie indicate nel provvedimento da te adottato ovvero ai soggetti esposti a contagio (contatti familiari, lavorativi o sociali/occasionali di casi sospetti o confermati) che sono stati o possono essere stati a contatto con un caso confermato o probabile di Covid 19. Una attività, questa, particolarmente delicata e pericolosa e di esclusiva competenza delle strutture sanitarie.

Si rischiava una pericolosa sovrapposizione al lavoro delle Asl. Tra l’altro, tale attività è impossibile a farsi perché il Comune non è dotato di dispositivi di protezione tali per poter effettuare tale verifica su soggetti venuti in contatti con contagiati. A Parete, fortunatamente, non c’è alcuna emergenza particolare da fronteggiare e, rinchiudendoci nel nostro paese in polemica con la Regione ed in polemica con l’Asl per fare un test che tutti ritengono inutile, a mio parere non ne vale la pena».

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