Aversa nell’emergenza Coronavirus: vecchi e nuovi poveri in fila alla Caritas

di Livia Fattore

Aversa (Caserta) – Una fila lunga, lunghissima. Vecchi e nuovi poveri in attesa di ricevere un pasto caldo in via San Nicola, davanti alla sede della mensa della Caritas Diocesana. In tempo di epidemia di coronavirus, con attività lavorative ferme, lo scenario dei nuovi poveri si amplia senza fine. «Siamo – ha dichiarato don Carmine Schiavone, responsabile della struttura di assistenza – davanti ad un fatto inedito e la cosa assurda è che il numero cresce di giorno in giorno. Ovviamente si tratta non solo di immigrati, ma anche di molti italiani e non poteva essere altrimenti».

«La povertà, secondo i dati della Caritas nazionale (che noi concorriamo a formare inviando anche i nostri dati) – continua don Carmine – è aumentata del 114%. Basti pensare che siamo passati dai 130 pasti caldi di due mesi fa ai 250 e oltre di queste ultime settimane». I pasti, completi, non vengono più consumati in mensa, ma consegnati in vaschette di alluminio sigillate anche grazie alla collaborazione della ditta che gestisce le mense scolastiche. La Mediterranea. Oltre al turno meridiano ve ne è un altro pomeridiano. «In questo caso – è ancora don Carmine a parlare – distribuiamo quanto da noi ricevuto dalla solidarietà. Frutta, prodotti da forno, pane e altro. Beni deperibili che distribuiamo».

Alla base delle attività vi sono i fondi erogati dalla Caritas, quelli che il vescovo Angelo Spinillo mette a disposizione. Il secondo canale è quello della solidarietà alla quale concorre anche la partecipazione al Banco Alimentare che va vanti con i contributi dell’Unione Europea. «Un ringraziamento particolare – conclude il sacerdote – va agli agenti di polizia municipale che ci aiutano a mantenere l’ordine. Loro, che conoscono gli aversani, sono più addolorati di noi nel vedere tanti aversani, famiglie dignitose, fare la fila Questo ci fa capire che la povertà è realmente aumentata. Nessuno si metterebbe in fila per avere un pezzo di pane». «Siamo di fronte a scene – ha dichiarato il sindaco Alfonso Golia – che vanno avanti da cinquanta giorni che viene coordinata attraverso il Coordinamento Operativo Comunale in collaborazione con Croce Rossa, Protezione Civile e Caritas. Abbiamo iniziato con 130 pasti e da qualche settimana abbiamo praticamente raddoppiato. E’ la misura che l’emergenza sanitaria si è già trasformata in emergenza economica».

«La stragrande maggioranza di queste persone (è inutile girarci intorno) è composta da persone che hanno perso il lavoro che avevano al nero. Ecco, allora, perché nella fase due bisogna fare posto ad un welfare comunale. Non è credibile andare avanti solo fornendo dei pasti per arginare questa nuova povertà». Non a caso, già da tempo, l’amministrazione comunale ha stipulato un accordo con Caritas, Fondazione Sagliano e Comunità di Sant’Egidio per una compartecipazione alle spese necessarie per assicurare un tetto a quanti sino a poco fa dormivano in strada. Mi piace ricordare che questa, come altre delibere di questo periodo, sono prese a modello da diverse amministrazioni comunali e pubblicate sul sito dell’Anci».

Intanto, sempre in tema di solidarietà, da segnalare l’iniziativa dei Vigili del Fuoco di Aversa che, nei giorni scorsi, hanno consegnato dei beni di prima necessità presso il palazzetto dello sport dove ha luogo la sede della Croce rossa e della Protezione civile comunale. La donazione è stata fatta a seguito di una raccolta fondi tra il personale del distaccamento di Aversa. I Vigili del fuoco hanno anche incontrato il sindaco presso la sala consiliare del Comune donandogli una medaglia coniata dalla zecca dello Stato per l’80esimo anniversario del Corpo.

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