I carabinieri del nucleo investigativo di Caserta hanno eseguito, stamani, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, nei confronti di Francesco Schiavone, detto “Cicciariello”, 67 anni, di Casal di Principe (cugino omonimo del boss Francesco “Sandokan” Schiavone), già detenuto nel carcere di Novara, perché ritenuto mandante dell’omicidio (aggravato dal metodo mafioso) di Raffaele Lubrano, alias “Lello”, figlio del capo clan Vincenzo, avvenuto a Pignataro Maggiore il 14 novembre 2002, all’età di 43 anni.
La vittima, dopo aver lasciato la sua azienda, nel mentre si trovava a bordo della propria autovettura veniva raggiunto ed affiancato dai killer che iniziavano ad esplodere una serie di colpi d’arma da fuoco al suo indirizzo. Lello Lubrano, nel disperato tentativo di sottrarsi all’azione di fuoco, riusciva ad invertire la marcia, tentando la fuga in direzione del centro abitato per poi essere raggiunto e finito dai killer. Gli autori dell’efferato delitto si dileguavano in direzione Pastorano, abbandonando l’Alfa Romeo, risultata rubata, in località Arianova, dove veniva rinvenuta bruciata.
L’omicidio è da inquadrare nella guerra di camorra tra il clan dei casalesi e quello locale dei Lubrano-Ligato per la supremazia sul territorio di Pignataro Maggiore. Gli interessi criminali dei due sodalizi avevano originato molte frizioni alle quali erano poi seguite tregue strategiche durante le quali la fazione casalese era riuscita ad imporre le proprie regole. La misura cautelare è stata emessa al termine di una mirata attività d’indagine e di riscontro, avviata nel 2019, che ha consentito di accertare il coinvolgimento di “Cicciariello” nell’omicidio Lubrano. Si è provveduto a connettere le numerose e convergenti dichiarazioni rese da importanti e qualificati collaboratori di giustizia con le risultanze acquisite in occasione delle investigazioni svolte nell’immediatezza dell’omicidio, che hanno condotto alla recente condanna di Vincenzo Schiavone, alias “‘o Petillo”, per la stessa vicenda.