C’erano anche lavoratori della Whirlpool questa mattina davanti allo stabilimento della Jabil di Marcianise (Caserta), dove va avanti da giorni il presidio dei dipendenti contro i 190 licenziamenti decisi dall’azienda. “Abbiamo portato la piena solidarietà ai nostri colleghi della Jabil; sappiamo bene quello che loro stanno passando, visto che noi lo abbiamo già subito sulla nostra pelle nel 2015”, dice Vincenzo Di Spirito, dipendente nonché delegato Fim-Cisl dello stabilimento Whirlpool di Carinaro, comune del Casertano ubicato a pochi chilometri da Marcianise. Il riferimento di Di Spirito è all’estate calda del 2015, quando l’Indesit cedette alla Whirlpool lo stabilimento di Carinaro e chiuse quello gemello di Teverola, che doveva essere oggetto di una reindustrializzazione mai avvenuta, la cui previsione era contenuta in un piano industriale che scade proprio a dicembre di quest’anno.
“Quello che gli Jabil stanno vivendo, potremmo riviverlo anche noi tra poco”, sostiene Di Spirito. Carinaro è il punto di riferimento dei pezzi di ricambio dei prodotti Whirlpool per tutti gli stabilimenti europei, africani e del Medio-Oriente, “ma circolano voci insistenti – spiega Domenico Cammisa, addetto Whirlpool e delegato Fiom-Cgil – che l’azienda voglia portare il magazzino in Inghilterra o Germania; un’operazione che dovrebbe prevedere la chiusura anche di alcuni stabilimenti in giro per l’Italia, si parla di Napoli, Melano, Siena”. Due vertenze che coinvolgono due multinazionali a stelle e strisce – la Jabil e la Whirlpool appunto – e concernenti stabilimenti vicini geograficamente, come sono Marcianise, Carinaro e Napoli. “Questi stabilimenti sono prima di tutti presidi di legalità in territori molto difficili – dice il delegato Uilm Michele Campolattano – e il Governo farebbe bene a preservarli e ad evitare riduzioni di personale”.
Intanto, sul fronte Jabil ancora nessuna novità è giunta da Roma, dove il Ministero del Lavoro e quello dello Sviluppo Economico continuano ad interloquire con i vertici Jabil. Oggi i sindacalisti verranno ricevuti in Consiglio Regionale. “Ci aspettiamo qualche soluzione concreta – dice Michele Madonna, lavoratore Jabil e delegato Fiom-Cgil – ma intanto i lavoratori licenziati si stanno muovendo per impugnare i licenziamenti. Ci sarà un ampio contenzioso”. Gli avvocati dei sindacati hanno spiegato ieri durante un incontro avuto con i lavoratori, che l’atto può essere impugnato non solo perché illegittimo ai sensi della normativa anti-covid che dispone lo stop ai licenziamenti, ma anche perché gli atti sono stati inviati tardivamente; i licenziamenti dovevano infatti essere effettuati dal 17 marzo, ma l’azienda chiese la cig per il Covid e rinviò il tutto a maggio.