San Tammaro (Caserta) – I carabinieri appartenenti alla stazione forestale di Marcianise, allertati da una pattuglia dell’Esercito Italiano del contingente “Strade Sicure” impegnata nell’espletamento di un’attività di controllo del territorio finalizzata al contrasto dei reati a danno all’ambiente, sono giunti in un fondo agricolo a San Tammaro, in una zona limitrofa alla discarica di rifiuti solidi urbani denominata “Maruzzella III”, dove hanno accertato un ingente sversamento di reflui su suolo nudo, trasportati mediante l’utilizzo di due grosse autocisterne.
I conducenti delle due autocisterne sono risultati anche essere due dei tre fratelli comproprietari del fondo agricolo interessato dall’ingente sversamento di “digestato” proveniente da un impianto per la produzione di biogas situato in provincia di Salerno. Nonostante i proprietari fossero in possesso di una comunicazione formalizzata al Comune di San Tammaro per porre in essere un’utilizzazione agronomica ammessa dalla normativa vigente a determinate condizioni, lo stato dei luoghi, invece, evidenziava la chiara volontà di volersi disfare illecitamente del materiale “digestato” utilizzando il fondo come sito di smaltimento.
Infatti, sul fondo agricolo interessato non vi erano colture agricole in atto e le peculiari modalità di sversamento del “liquido”, effettuata tramite tubo di grosso diametro in un medesimo punto, hanno fatto chiaramente comprendere che non si stavano perseguendo le finalità agronomiche previste dalle leggi di settore mediante un corretto, proporzionato e razionale spandimento con finalità di concimante ed ammendante del terreno e nel rispetto delle concentrazioni massime di apporto di nitrati e di sostanza organica (senza pericolo per l’ambiente e la salute umana). Le modalità di sversamento del “digestato” erano, invece, molto più simili ad una vera e propria operazione di “lagunaggio”, operazione di smaltimento rifiuti liquidi prevista dal Testo Unico Ambientale.
Per quanto rilevato i militari hanno proceduto al sequestro preventivo dell’intero fondo agricolo, dell’estensione di circa 20mila metri quadrati, per il reato di gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi, deferendo all’autorità giudiziaria, in stato di libertà, i tre fratelli proprietari del fondo agricolo. Seguiranno accertamenti per stabilire se la condotta penalmente rilevante posta in essere possa anche aver prodotto una contaminazione della matrice suolo e delle sottostanti acque di falda a causa del probabile superamento della normale capacità di assorbimento da parte del suolo a causa degli ingenti concentrati apporti in termini di azoto e di sostanza organica biodegradabile. IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA