I finanzieri del Gruppo di Aversa, già da alcuni giorni, tenevano sotto controllo i movimenti di P.D., 32 anni, residente a Pietramelara, nell’Alto Casertano, sul conto del quale avevano avviato mirati accertamenti in quanto sospettato di spacciare droga all’interno del suo bar ubicato nella cittadina alle pendici del Monte Maggiore. Nella giornata di ieri, l’insolito andirivieni di autovetture nonostante l’emergenza sanitaria da “Covid-19”, nei pressi del bar appena riaperto, ha indotto quindi i finanzieri a rompere gli indugi e a perquisire i locali dell’attività commerciale.
Dapprima i militari hanno rinvenuto piccole dosi preconfezionate di cocaina, pronte per lo spaccio; successivamente, tramite il prezioso ausilio delle unità cinofile in forza alla Compagnia Pronto Impiego Aversa, è stato individuato un nascondiglio posto nel retrobottega, all’interno del quale era occultato un borsone di tela contenente 1850 grammi di cocaina purissima suddivisa in panetti ed in confezioni di cellophane termosaldate, realizzate tramite una macchina del tipo di quelle utilizzate per conservare gli alimenti sottovuoto, anch’essa rinvenuta occultata. A riprova della serialità dell’attività di spaccio, sono stati trovati, inoltre, due bilancini di precisione, numerose confezioni di plastica utilizzate per il confezionamento dello stupefacente e oltre sei mila euro in contanti, provento dell’attività illecita.
Sequestrati, inoltre, due telefoni cellulari nella disponibilità di P.D., il cui contenuto, da un preliminare esame, ha già evidenziato preziosi elementi idonei ad individuare la rete di consumatori della sostanza stupefacente e le relative modalità seguite per gli ordini della medesima, tramite l’uso dei moderni social network. Tenuto conto della gravità del quadro indiziario – su disposizione dell’autorità giudiziaria – il responsabile dell’illecita attività è stato tratto in arresto in flagranza di reato e tradotto nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, in attesa del previsto giudizio di convalida.