Corruzione, peculato, falso, contrabbando e traffico internazionale di rifiuti. Per un sistema che ruotava intorno al porto commerciale di Salerno ed aveva come fulcro del malaffare la Dogana. L’inchiesta della Procura di Salerno, coordinata dal procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale e dalla pm Elena Guarino, e condotta dalla Guardia di Finanza, ha rivelato come costantemente venissero commessi furti dai container, episodi di corruzione per favorire il transito di merci non controllate, trasferimento di rifiuti illegali senza alcuna verifica. E, addirittura, all’interno del porto venivano ricettate auto e moto rubati.
Il pm Cannavale ha parlato dell’esistenza, all’interno del porto di Salerno, di una vera e propria «struttura di servizio per agevolare il compimento di illeciti, anche di carattere transnazionale». Sono 69 le persone coinvolte nel sistema, tutte campane, tra le province di Salerno, Avellino, Caserta e Napoli. In gran parte funzionari doganali, ma anche spedizionieri, personale sanitario e dipendenti di società che operano nel porto di Salerno. Nell’ambito dell’operazione denominata “Tortuga”, che ha visto in azione 250 finanzieri, sono 39 gli arrestati, tutti ai domiciliari, mentre per 21 persone è scattato il divieto di dimora e per altre 9 la misura interdittiva dell’esercizio della professione e dell’accesso ai pubblici uffici. Tra gli altri reati contestati, ci sono il traffico di influenze illecite, l’accesso abusivo a sistemi informatici e la ricettazione.
Il direttore dell’Ufficio delle Dogane di Salerno ha espresso «profonda amarezza per l’alto numero di funzionari coinvolti» nell’inchiesta e accusati di comportamenti illegali, sottolineando che nei confronti dei 17 indagati saranno subito avviati anche i procedimenti di natura disciplinare. IN ALTO IL VIDEO