di Salvatore Costanzo (architetto) – E’ ormai accertato che in talune zone della provincia di Terra di Lavoro (come – del resto – più estesamente in Campania), i principi ispiratori della “architettura organica” applicati al tema della progettazione di parchi ambientali turistici-culturali, quando fondano la qualità della ricerca su interventi di pianificazione integrata secondo i fondamenti moderni dello “sviluppo eco-sostenibile”, sono sempre benaccetti, in quanto aggiungono conoscenze e ampliano problematiche nuove nel campo della tutela e conservazione, da porre all’attenzione della critica architettonica e paesaggistica.
Particolarmente interessante, a tale riguardo, è rendere noto una proposta di riqualificazione ambientale del Monte Petrino (estrema propaggine della catena montuosa del Massico), attraverso un progetto per un Parco Ambientale a carattere Termale della Rocca di Mondragone. Si tratta di un intervento complesso, elaborato da chi scrive (insieme al geologo Paolo Farina), col quale oggi approfondiremo una importante “iniziativa di casa”, con tutte le positive ripercussioni che ne potranno derivare sul piano dello sviluppo turistico e socio-economico dell’area domiziana. L’ambizioso progetto tende in primis a ristabilire l’equilibrio nel rapporto tra le differenti componenti naturali e le preesistenze architettoniche che conformano una località tra le più suggestive del litorale campano (1).
L’area è posta ad un’altitudine media di 410 metri sul livello del mare ed alla sommità sono ancora visibili i ruderi medievali dell’antica Mondragone. Questi versano in un avanzato stato di degrado essendo stati da tempo lasciati all’incuria degli agenti atmosferici e non hanno più alcuna funzione specifica mentre, al contrario, furono eretti attorno ad un’area densa di polle sorgive con acque termominerali connesse al vulcanismo del Roccamonfina, con una destinazione d’uso assolutamente tipica (2). L’intervento consiste nella riqualificazione statico-strutturale della Rocca per il suo riuso ai fini di rappresentazione, ubicandovi, cioè, servizi destinati ad attività espositive e museali. In tal modo, il luogo può diventare uno dei fulcri culturali di cui Mondragone necessita per un complessivo rilancio del turismo, ad oggi limitato alla sola fascia costiera (3).
Il disegno prevede la creazione di un Parco Ambientale a carattere Termale in prossimità dei resti sopracitati. La presenza delle sorgenti termali, dunque, rappresenta l’elemento cardine della matrice morfologica per la futura sistemazione dell’area. Questa, dati i vincoli esistenti, andrà programmata con la Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio; ma altrettanto importanti, per la localizzazione degli impianti termali, saranno le valenze urbanistiche della zona e le convergenze degli assi di comunicazione, la S.S. Domitiana, in primis. Il Parco si diramerà all’interno di un’area che è fortemente degradata da cave abbandonate, discariche illegali ed abusivismo edilizio, per cui dovrà essere ridotto al minimo l’impatto ambientale. Nonostante l’uso obbligatorio di tecniche di bioarchitettura e di ingegneria naturalistica, il costruito dovrà essere perciò ridotto ad interventi minimali; viceversa, saranno definiti dei luoghi di sosta dalle forme rispettose delle configurazioni archeologiche e dei precari equilibri ambientali. Si può includere la presenza di piccole strutture ricettive, mentre quelle maggiori verranno delocalizzate sulla fascia costiera. All’interno dell’impianto, si organizzerà un sistema composito di spazi differenziati che comprenderanno: a) percorsi archeologici attraverso ruderi medievali fino a raggiungere il terrazzamento dell’antico castello; b) percorsi pedonali alberati, piste ciclabili e punti panoramici aperti sullo straordinario scenario offerto dal Golfo di Minturno (questi camminamenti rappresenteranno la linfa del Parco, ne tracceranno le forme e stabiliranno i rapporti spaziali tra le strutture); c) antiquarium; d) centro culturale con biblioteca; e) area di ristoro.
Le attrezzature e le strutture esterne ai limiti del Parco-Termale saranno servite da ampi parcheggi, da una piazza aperta sull’asse viario principale (quello domitio), un teatro all’aperto da ricavare dal recupero di una delle numerose cave abbandonate che costellano le pendici del Monte Petrino, spazi destinati all’esposizione permanente (e alla vendita) di prodotti locali, quali manufatti artigianali, vino o mozzarella. Sull’aspetto termale del Parco merita precisare che la predisposizione delle attrezzature di supporto alle cure, seguirà il consueto schema delle stazioni più attrezzate del centro-nord (Salsomaggiore, San Pellegrino e Abano Terme); ma oltre alle grandi piscine, ai reparti per bagni caldi, inalazioni e aerosol terapie, irrigazioni, massaggi, fisio-chinesiterapie e cure idropiche, saranno realizzati: centri fitness, campi di golf serviti qua e là da punti di ristoro costituiti da “strutture leggere” ispirate all’organicismo.
Il Parco Ambientale-Termale del Monte Petrino formerà un solo organismo con gli antichi ruderi in un unicum nel quale la natura e l’architettura si compenetreranno armoniosamente (si rifletta, a riguardo, sul ruolo centrale della natura evidenziato nella originalissima opera novecentesca di Frank Lloyd Wright, che con il suo organicismo dette vita ad un’architettura innovativa in perfetta armonia con il paesaggio circostante: “ … un architetto cosciente apprende ad intendere a tal punto la natura dell’umana natura che la qualità della sua maestria costruttiva può giustificare, in definitiva, l’identificazione dell’architettura organica con l’amore umano alla vita che manifesta l’uomo all’Uomo”) (4).
Va ancora registrato che il progetto di Mondragone, sotto il controllo del MiBACT (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo), prevederà un intervento di restauro conservativo da realizzarsi parallelamente al recupero della vicino area archeologica di Levagnole. Nell’intervento di restauro conservativo andranno perciò osservate, in ordine di priorità in rapporto alla globalità dei dati costitutivi, le preesistenze e delle valenze storiche manifeste. L’opera sarà completata da una serie di collegamenti tesi a riammagliare l’area prescelta con il tessuto della città; essi costituiranno il completamento funzionale con il potenziamento di attività produttive, culturali, commerciali ed espositive da inserire in un quadro di recupero generale dell’ambiente storico dell’antica Sinuessa, secondo gli schemi di base del progetto di recupero ambientale e urbanistico del territorio domitio. In quest’ottica, i luoghi del Parco e la natura olistica delle sue costruzioni (5), si pongono come elemento di completamento dell’offerta turistica di tutto il territorio domitio garantendo, da solo, il prolungamento della stagione turistica adesso limitata al solo bimestre estivo.
Alla luce di un preciso apporto di nuovi settori specialistici e nuove tendenze naturalistiche, la scelta progettuale di chiara “ispirazione organica” lungo le coste del litorale domizio, assumerà un ruolo centrale come volano di una serie di importanti iniziative tendenti alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale di Mondragone, dando origine ad un dialogo creativo con l’ambiente naturale e antropico circostante, aperto alla vita in tutte le sue forme, fino a generare uno spazio ecorganico e sinergico (6).
Note – (1) In realtà l’intervento per il Parco Ambientale-Termale a Mondragone – come abbiamo avuto già modo di chiarire in altre sedi – rientra in un disegno più ampio incentrato sul recupero ambientale e sulla riqualificazione urbanistica del litorale domizio. A tale proposito, si rimanda allo studio di S. Costanzo, P. Farina, Il Piano Domitio, Clean Edizioni, Napoli 2001. (2) Sull’antico insediamento alla sommità del Monte Petrino, cfr. S. Costanzo, C. Costagliola, I Castelli di Terra di Lavoro, Provincia di Caserta, Gruppo Associati Pubblitaf, Napoli 2011, vol. I, pp. 120-123. Per delle opportune notizie sulla parte monumentale di Mondragone, si guardi degli stessi autori il volume I Castelli di Terra di Lavoro, Provincia di Caserta, Edizione Giannini, Napoli 2013, vol. II, pp. 85-92. (3) Una chiara e precisa sintesi su questo intervento a Mondragone è riportata in F. Scialla, “Un Parco Termale sulla rocca di Mondragone”, La Provincia di Terra di Lavoro, marzo 2001, pp. 8-9.
(4) Cfr. Testamento, di Frank Lloyd Wrhigt, Einaudi, Torino 1963. (5) Sono molti gli spunti e le relazioni che ci inducono a riflettere sui luoghi che circondano l’uomo, fruitore dell’architettura, e la natura. E’ uno scenario che porta a pensare – più in generale – a talune creazioni di “architettura organica sperimentale” di autori dello scorso secolo quali Richard Neutra e John Lautner, che fecero loro i principi di Wright sulla natura olistica del costruire. Del Lautner, si guardi lo spirito particolare nelle progettazioni dei suoi “ambienti”, dove riscontriamo una ricerca innovativa nell’esprimere e rappresentare il luogo, la forza fisica, i materiali e una inedita combinazione tra versatilità della forma. (6) Utili, a riguardo, le conoscenze delle principali prospettive di analisi nel campo della ricerca sulle “progettazioni sostenibili”, con processi compatibili all’ambiente e con metodi di valutazione innovativi per l’architettura bioclimatica, l’arcologia, l’architettura alternativa e l’architettura ecologica. IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA