E’ pesante il prezzo che il mondo professionale sta pagando per l’emergenza da Covid-19. Solo per le professioni tecniche, un report del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri parla di un calo di fatturato miliardario per gli studi professionali e le società di ingegneria e architettura, con una flessione dell’11% rispetto al 2019.
“Il conto, in prospettiva, rischia di essere drammatico per Terra di Lavoro – sottolinea Giovanni Bo, presidente del Gruppo Piccola Industria di Confindustria Caserta – in quanto il comparto delle costruzioni rappresenta un settore trainante dell’intera economia casertana, in termini non solo di cantieri, ma anche di fornitore e dell’apporto di studi professionali di ingegneri, architetti e geometri”. A livello nazionale, sempre secondo le previsioni del Cni, una riduzione del 9% degli investimenti nel settore provocherebbe un calo del fatturato, per i soli servizi di ingegneria, dai 9,65 miliardi di euro del 2019 ad 8,48 miliardi.
A farne le spese sarebbero soprattutto gli studi di piccole dimensioni, professionisti con livelli reddituali contenuti, in particolare se la loro attività non è abbinata a un lavoro dipendente. Secondo Inarcassa il reddito medio annuo di architetti e ingegneri liberi professionisti varia, a livello nazionale, è di 27.897 euro. Nel mese di aprile, sono stati quasi 83.000 gli iscritti alla Cassa di Previdenza che hanno fatto richiesta dell’indennità di 600 euro prevista dal Decreto “Cura Italia”.
A livello regionale c’è da registrare, nel 2018, un aumento rispetto all’anno precedente del 4,7% dell’incidenza del comparto sul Pil campano; con una crescita dell’edilizia che registra il quarto più elevato valore fra le province italiane. Parimenti le attività immobiliari registrano il settimo valore più elevato fra le province italiane.
“La crisi rischia di invertire questi valori nel breve periodo – rimarca il presidente Bo – coinvolgendo tutta la filiera delle costruzioni che, in Terra di Lavoro, coinvolge numerosi addetti e professionisti, anche gli stessi ammortizzatori e contributi messi in campo dal Governo e dalla Regione non sono sviluppati in una logica sistemica: la crisi di un solo anello della filiera rischia di penalizzare qualsiasi occasione di ripresa”. Per questa ragione il presidente del Gruppo Piccola di Confindustria Caserta sollecita un vero e proprio patto tra imprese e ordini professionali, per attivare sinergie e definire le priorità da sottoporre agli enti locali per la ripresa di bandi e investimenti.
“Dobbiamo ripartire dalle opere pubbliche, che in provincia di Caserta rappresentano non solo occasione di occupazione, ma soprattutto di sviluppo del territorio. – conclude Giovanni Bo – Mi riferisco soprattutto agli interventi di riqualificazione della fascia costiera, di ristrutturazione del patrimonio monumentale, della completamento delle grandi infrastrutture e della messa in sicurezza degli edifici scolastici. Ma per garantire la ripresa degli investimenti è necessario mettere mano anche alla semplificazione dei procedimenti per l’assegnazione di incarichi professionali da parte delle Pubbliche amministrazioni, garantendo il flusso degli affidamenti”.