La pandemia da coronavirus ha messo in ginocchio il turismo e le filiere culturali collegate. Si tratta di una voce importante per l’economia italiana, che rappresenta il 13 per cento del Pil. Già i primi tre mesi primaverili, con il blocco dei turisti stranieri per la fase più acuta dell’emergenza sanitaria, hanno prodotto un effetto che si tradurrà, nei prossimi mesi, in una flessione di circa la metà del flusso turistico proveniente dall’estero. Su questo effetto giocano una serie di fattori determinanti, come il distanziamento sociale e un radicale cambiamento nei trasporti e nel modo di fruizione dei siti monumentali, come musei ed aree archeologiche, per non parlare del mondo della ristorazione, che dovrà fare i conti con la decimazione delle capienze dei locali.
“Tutto questo – sottolinea Giovanni Bo (nella foto), presidente del Gruppo Piccola Industria di Confindustria Caserta – rischia di tradursi nella perdita di migliaia di posti di lavoro, con molte aziende a rischio chiusura”. Una situazione che penalizza pesantemente le prospettive di sviluppo della provincia di Caserta, che proprio sulla riqualificazione del litorale domizio e sulla valorizzazione dei siti borbonici stava puntando per la riconversione di ampie aree del territorio e la creazione di nuova occupazione. “Una duplice penalizzazione- – continua il rappresentante di Confindustria Caserta – Se da un lato questa fase di ripresa non sarà governata con equità e logica, avendo presenze le esigenze di tutti i comparti economici e produttivi, dall’altro tutta la politica di rilancio dei nostri territori è condannata ad essere spostata in avanti nel tempo, penalizzando ancora una volta territori e comunità a forte vocazione turistica e culturale”.
Per il presidente di Piccola Industria Caserta l’emergenza va affrontata evitando di rimandare la soluzione di problemi che da decenni affliggono il territorio: “Mi riferisco, in particolare – aggiunge Giovanni Bo – alla ripresa dei lavori pubblici, al risanamento di ampie aree del Casertano, alla riqualificazione del nostro tessuto edilizio e dei centri storici. Per ognuno di questi ambiti, la vocazione turistica e la fruizione del patrimonio culturale e monumentale diventano priorità ineludibili”. In un’ottica di sostenibilità, Caserta e la sua provincia potrebbero essere mete di quel turismo interno e d’arte su cui dovrebbe connotarsi la prossima stagione estiva: “Abbiamo tutte le carte in regola per fare questo – prosegue il presidente Bo – ma al momento manca una strategia per la ripresa del settore, a partire dalla riqualificazione della fascia costiera, all’intervento sui siti borbonici, come la Reggia Vanvitelliana e Carditello, alle indicazioni per gli esercizi alberghieri, di ristorazione e gli stabilimenti balneari. Se vogliamo intercettare il turismo interno dobbiamo partire subito, almeno nella programmazione degli interventi e dell’offerta, per salvare parte della stagione estiva”.
In attesa delle misure che il Governo sta adottando per il settore, dal bonus vacanze (da utilizzare in hotel e stabilimenti balneari italiani) al credito di imposta per le aziende della filiera turistica, il presidente di Piccola Industria Caserta sollecita per le imprese indennizzi proporzionali alla contrazione del volume d’affari. “E’ necessario – conclude Giovanni Bo – garantire ai dipendenti la piena disponibilità di indennità o bonus e alleggerire le imprese da compiti e oneri insostenibili. Inoltre, alla luce della situazione di emergenza che attraversa tutto il nostro sistema produttivo, va esteso a 10 anni – come richiesto da Confindustria in sede di audizione parlamentare – la rateizzazione dei debiti fiscali, senza l’applicazione di sanzioni”.