Aversa (Caserta) – Tra smentite a voci di corridoio che lo danno in lizza per assumere importanti incarichi, passando per le divergenze che hanno investito la maggioranza di centrosinistra che sostiene il sindaco Alfonso Golia, rivolgiamo alcune domande a Marco Villano, esponente del Partito Democratico ed ex candidato sindaco.
Si dice che lei debba diventare il coordinatore dell’Ambito Socio Sanitario, un’operazione politica orchestrata in vista delle regionali. Cosa ci dice in merito? «Onestamente di me si dicono tante cose, quasi sempre inesatte e talvolta false, come in questo caso. Molti suoi colleghi mi hanno “proposto” come segretario provinciale del Pd, poi come commissario del consorzio Basso Volturno, poi come presidente del Ctl, poi come consigliere regionale. Basterebbe guardare la mia “storia” politica per capirlo, a 30 anni sono stato candidato per il centrosinistra a sindaco di questa città, storicamente di centrodestra, questo dovrebbe essere sufficiente a comprendere che io amo fare politica perché credo nelle idee e nella pianificazione di uno sviluppo del territorio, non ho mai aspirato ad incarichi di sottogoverno e non lo farò di certo ora. Pertanto, possiamo smentire, mi auguro definitivamente, questa notizia totalmente priva di fondamento, se non quello di fornire un’idea fuorviante di me e del nostro gruppo politico».
A proposito di elezioni regionali. Sono in molti a ritenere Aversa terreno di scontro tra due fazioni del Pd. Cosa ci dice in merito? «Guardi, parlare di fazioni, come se ci fosse una guerra, è ingeneroso e soprattutto sminuisce la dialettica che spesso si genera nelle sezioni di un partito. A mia memoria, nonostante la mia giovane età, non ricordo un partito in cui non ci siano state mai contrapposizioni o discussioni, anzi lo ritengo assolutamente essenziale per la crescita di ciascuno. Ad ogni buon conto, le elezioni regionali interessano 104 comuni della provincia, tra i quali Aversa è certamente uno dei più importanti in cui il Pd esprime 6 consiglieri oltre al sindaco. Certamente vi potrà essere una diversità di vedute sui singoli candidati, ma senza dubbio tutti lavoreranno per il partito».
Una domanda più personale. Come mai ha scelto di non candidarsi lei a sindaco lo scorso anno? «In realtà non ho scelto io, c’è stato un confronto serio, leale ed onesto, all’esito del quale abbiamo deciso, tutti insieme, che il candidato sarebbe stato Alfonso Golia. Per giorni si è parlato e detto di tutto, addirittura che in qualche riunione saremmo arrivati alle mani, nulla di più falso. La verità è che entrambe le candidature erano possibili, alla fine la decisione ha richiesto un incontro a due durato poco meno di qualche ora dove si sono valutati i pro e i contro delle due candidature. Il progetto di Alfonso, in quella fase storica, in cui il centro destra era completamente diviso, era certamente la soluzione migliore per provare a ribaltare lo status quo, poiché privo di preclusioni e di schemi partitici, aggregante anche per le correnti interne al partito, per cui insieme decidemmo che questa era l’occasione da non farsi sfuggire e di proporre un’idea radicalmente nuova rappresentata dal programma elettorale di Alfonso Golia.
Insomma, la candidatura di Alfonso è figlia di un lavoro di squadra, lo stesso lavoro che abbiamo svolto egregiamente durante il mandato del sindaco De Cristofaro che ci ha concesso di lavorare in città aggregando e in consiglio guidando l’opposizione fino alla sera in cui andammo dal notaio. La politica e un gioco di squadra e noi abbiamo dimostrato di saper fare squadra. Ho lavorato dal giorno successivo all’ufficialità della candidatura di Alfonso cercando di mettere in campo tutte le energie possibili per raggiungere il risultato sperato ed alla fine ho avuto ragione. Da qualche settimana sono ancora più felice ed orgoglioso perché entra in consiglio Vincenzo Angelino, un altro grande amico che con la sua presenza sarà sicuramente dare un ottimo contributo di idee alla maggioranza. Non le nascondo, comunque, che riprovarci per me sarebbe stata una sfida affascinante ma emotivamente dispendiosa perché sotto questo aspetto non è stato facile digerire la delusione elettorale del 2016».
Come valuta le ragioni dei cosiddetti consiglieri ribelli? «Ecco parliamo di politica. Io mi sento un uomo delle Istituzioni ed ho sempre avuto riguardo per i ruoli istituzionali, per cui mi aspetto che anche altri, chiamati a ricoprire cariche pubbliche di vertice facciano allo stesso modo. Purtroppo, mio malgrado noto che anche chi ha voluto fortemente assumere ruoli istituzionali superpartes come il presidente del Consiglio Comunale, ultimamente, forse per inesperienza ma sicuramente non per smania di ritagliarsi uno spazio di visibilità, ha assunto, a mio parere, toni poco consoni al ruolo ricoperto. Le debbo dire la verità, sono molto infastidito dal messaggio che si vuol far passare su un rapporto conflittuale con Paolo (Santulli, ndr). Per me Paolo è un profilo indispensabile in termini di esperienza ma anche in termini umani in quanto ha costruito questo percorso prima candidandosi a mio sostegno e poi a sostegno di Alfonso. Un profilo che avrei visto benissimo come presidente dell’Assise ad esempio. Sono sicuro che i tanti giovani consiglieri comunali vedano e sapranno vedere in Paolo il loro riferimento e soprattutto l’elemento di saggezza e conoscenza indispensabile per guidarli nella loro opera di cambiamento. Paolo per quanto mi riguarda è un politico di esperienza e intelligenza che ha sempre operato nell’interesse della città e sono sicuro che continuerà a farlo.
Se ci sono state divergenze con il primo cittadino sono sicuro saranno sicuramente superate perché quando si rema nella stessa direzione può capitare di incrociarsi con le pale ma poi si va avanti perché tutti hanno desiderio di portare la barca in mari più calmi e meno tempestosi di quelli in cui ha navigato negli ultimi anni e anche perché da persone ragionevoli non mi aspetto colpi di testa che ci possano portare a correre il rischio di buttare alle ortiche tutto i lavoro fatto insieme in questi anni. Inoltre, consiglieri oggi etichettati come ribelli o dissidenti, come Imma dello Iacono, sono tra i più presenti e propositivi lavoro che ha già dimostrato durante la campagna elettorale con il grande lavoro fatto con la sua lista. Lo stesso dottor Forleo, persona che ha creduto nel progetto di Alfonso con tantissimo entusiasmo, senza fare alcun calcolo di convenienza. Non credo, insomma, ci sia quasi nessuno che rema contro un progetto che ha sposato pochi mesi fa e che i consiglieri che oggi sembrano delusi saranno invece fondamentali in questa nuova stagione».