Allergie ai pollini, i sindaci sono chiamati a misure di prevenzione

di Carlo Achille Caiazzo

La pandemia sanitaria della Sars-CoV-2 e la conseguente imposizione del lockdown per circa due mesi, a seguito di prescrizioni e pesanti restrizioni alle libertà e alla libera circolazione delle persone, hanno tenuto tutti o quasi i cittadini appartati in casa, a fronte della terribile minaccia virale del Coronavirus Covid-19. L’effetto del lungo periodo di quarantena, oltre a contenere il diffondersi della devastante malattia infettiva, sembra aver risparmiato, almeno in parte, le tantissime persone affette da allergie a pollini, in particolare alle graminacee e parietaria, atteso che, avendo avuto con il polline un contatto più residuale, le allergie non si sono mostrate, di certo, come negli altri anni precedenti.

E, in una situazione epidemica di globale emergenza sanitaria, ciò è stato una dei pochi effetti collaterali che possiamo definire “positivo”, insieme alla riduzione del tasso di inquinamento, in quanto il durevole isolamento ha limitato per un certo lasso di tempo alcune delle gravi forme di malattie asmatiche e respiratorie, che risultano particolarmente severe per un gran numero di pazienti nella stagione primaverile. Infatti, è noto che una delle principali cause delle allergie, tanto più in questi momenti ritenuti più topici, insieme all’inquinamento, a fattori ereditari e ambientali, è proprio la diffusione di grandi quantità di pollini che vengono liberati dalla fioritura di piante e da erbacce, purtroppo disseminate in tanti spazi pubblici, appezzamenti di terreni abbandonati e/o incolti oppure lungo le siepi e ai margini di diverse arterie più periferiche e di collegamento tra i Comuni.

Con l’apertura della Fase 2 e la ripresa, in generale, di quasi tutte le attività, come fare passeggiate oppure stare all’aria aperta, le problematiche di natura respiratoria che ogni anno affliggono milioni e milioni di cittadini nel mondo (Secondo alcune statistiche, gli Italiani sofferenti sarebbero circa il 40-45%!) e le patologie di natura allergica si sono ripresentate puntualmente con il  divulgarsi di  diverse forme, legate appunto al ritorno della primavera; anzi, si sono manifestate proprio in questi ultimi giorni pienamente. In alcune occasioni specifiche, poi, le persone ipersensibili al polline possono avere anche gravissime reazioni patologiche, che vanno sempre più aumentando, ma a farne le spese e con rischi forti, sono, in primis, soprattutto i bambini e le nuove generazioni, poiché essi sono particolarmente colpiti. E, in assenza di efficaci dispositivi e farmaci cortisonici, è possibile che, nelle forme più gravi, si provochi uno “shock anafilattico”, evento drammatico per chi lo affronta, e molto spaventoso per familiari e amici; il tutto oggi può essere aggravato che alcuni sintomi possano essere comuni sia all’allergia ai pollini che al virus Covid-19, con il rischio di confonderli.

Da ciò, discendono gravi fonti di pericolo per la salute di molti cittadini, proprio nel momento in cui finalmente è stato possibile riprendere una certa normalità, si può uscire di casa e fare due passi, bambini possono divertirsi all’aperto, seppure l’allergia comunque dipenda dal tipo di polline verso cui il soggetto è più sensibilizzato. Per un’evidente mancanza di  lavori di potatura delle piante e di tempestiva rimozione di erbacce, arbusti e cespugli vari, nella maggior parte dei Comuni dell’Agro aversano risulta davvero molto facile constatare, sia in aree private che in spazi pubblici, lo svolazzare di  una  notevole quantità di pollini, soprattutto di piante erbacee, quali graminacee e parietaria, che non solo rappresentano la ragione principale di pollinosi in Italia, ma che hanno la massima intensità nei mesi di maggio e giugno. A ciò, deriva l’origine primario delle malattie allergiche primaverili, e rappresenta l’aspetto più pericoloso per i milioni di persone sofferenti, che non riescono a beneficiare né a godersi, forse solo per poco, delle belle giornate.

Allora, se, da una parte, l’ambiente intorno viene rallegrato da nuove emozioni e da sensazioni di calore, e gli spazi verde, gli alberi e  i fiori sembrano dipingersi di diversi multiformi colori e far riscoprire odori primaverili e la percezione di intensi profumi, dall’altra, arriva spesso l’allarme da parte di medici, esperti e allergologi  in merito alla diffusione di patologie legate ai pollini delle erbacce e a  lungo germogliare di alberi in cortili o lungo le strade, giacché la concentrazione  dei pollini da marzo a giugno aumenta vistosamente. Pertanto, necessita limitare i casi di pollinosi, attraverso doverosi interventi periodici di manutenzione, di rimozione delle erbe infestanti, di tutela del decoro, procedendo ad attività opportune nell’interesse di numerosi soggetti della popolazione, in quanto la situazione descritta, oltre a martoriare le persone, è pure un elemento di evidente incuria e degrado per le stesse cittadine.

Si richiede con forza ai Sindaci e agli Assessori con delega Ambiente, Salute e Territorio, affinché, in sinergia e collaborazione con altri organi preposti, la problematica della diffusione delle allergie venga affrontata in maniera giudiziosa, mediante la messa in atto di misure idonee a contenere i rischi per quanti sono allergici e salvaguardare quindi la salute delle persone colpite. Nella maggior parte dei Comuni non sono più rinviabili utili operazioni finalizzate a ripulire spazi e terreni da erbacce e sterpaglie, tagliare le siepi e sistemare i canali di scolo, programmando una tempestiva potatura di piante, pulizia di marciapiedi e muretti, che sono notoriamente i bersagli preferiti dell’erba parietaria, mediante attraverso adeguati lavori per lo sfalcio di erbe  e/o il decespugliamento, onde evitare di rendere il fenomeno ancora più critico, disponendo i mezzi per ridurre i rischi derivanti dalla diffusione di allergie, insieme all’attuazione di interventi indispensabili per la tutela del suolo e la  prevenzione. Tanto più, l’obbligo di usare le mascherine per convivere con il letale virus, e non soltanto durante i lavori all’aperto e in giardino, proteggendo le vie respiratorie dal Coronavirus, al fine di contrastare il diffondere di tali patologie, potranno essere anche da filtro al polline, impedendo così, insieme a talune azioni quotidiane pratiche, di ampliarne gli effetti e acuire i sintomi nei soggetti allergici.

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