Coronavirus, fase 2. Tra mille preoccupazioni e precauzioni, prendono ora la parola loro, i bambini. Lo fanno con la leggerezza, con la semplicità e con la forza di cui solo loro sono capaci. Ecco, allora, l’idea di un tutorial-cartone, in cui e con cui i bambini riflettono sull’importanza e sull’uso della mascherina. Un simpatico tutorial è stato, infatti, promosso da quattro solide realtà che si occupano di infanzia: Unicef, Mai più Violenza Infinita, Salvamamme e Fondazione Collodi che collabora grazie all’iniziativa «Processo a Pinocchio» che tanto consenso ha raccolto approdando anche in Parlamento.
A curare il lavoro Virginia Ciaravolo, presidente di “Mai più Violenza Infinita”, ed Emilia Narciso, delegata Unicef per emergenza Covid-19 in Campania. «Tutto comincia dalla necessità di contenere le angosce dei bambini, spiegando loro cosa sta accadendo attraverso una videofavola, “Giù la corona”, che li rende protagonisti ed eroi indomiti di questo momento tragico. I bambini con la loro ricchezza interiore, trovano soluzioni e si fanno garanti presso gli adulti di buone prassi» dichiara Ciaravolo. «Ogni avventura ha però bisogno – afferma Narciso – non solo di aguzzare l’ingegno, ma anche di azioni. Il tutorial “Ma che belle mascherine”, diventa poi la consapevolezza che utilizzando in modo corretto le prescrizioni impartite dal Governo, l’incubo vissuto si trasformerà in un sogno possibile…ritornare ad abbracciarci quanto prima».
Bambini, dunque, di nuovo protagonisti della loro socialità, ma con accanto adulti capaci di saperli ascoltare e trasmettere loro sicurezza e attenzione. Ma come è nato questo prodotto che è un piccolo gioiellino? «Abbiamo fatto con loro un laboratorio – afferma ancora Narciso – e cercato di capire cosa sapessero e cosa pensassero della mascherina e poi ci è venuto spontaneo mettere giù un testo. La verità è che i bambini non sono più usciti e dunque loro il problema non se lo erano ancora posti. Questo ci ha fatto riflettere molto e la psicologa ha voluto fortemente creare il tutorial favola perché ha percepito la poca preparazione al loro uso da parte dei bambini». «Mi ha colpito molto – conclude la responsabile Unicef – un bambino che ha fatto molta resistenza a capire che deve mettere la mascherina. Allora per non turbarlo in maniera molto delicata ho detto che se non voleva indossarla era importante che tenesse la distanza di un metro. Sa che mi ha risposto? “No no allora la metto”. Tra la “distanza” e la “mascherina” il bimbo ha fatto una scelta significativa. Ecco io mi sono commossa e ho promosso il tutorial».