I batteri lattici hanno un ruolo fondamentale nell’asse alimenti-microbioma intestinale: come dimostrato da uno studio, pubblicato su Nature Communications, dei loro genomi gli alimenti sono fonte primaria di batteri lattici per l’intestino. Quanti e quali di questi batteri vanno poi a far parte del microbioma intestinale influenzando potenzialmente la salute dell’uomo?
Questa è la domanda a cui, come riferisce l’agenzia Dire, risponde lo studio del gruppo di ricerca del professore Ercolini del dipartimento di Agraria e alla Task Force di Ateneo per gli Studi sul Microbioma della Federico II di Napoli, in collaborazione con altri partner europei, come il Teagasc (Agriculture and Food Development Authority, Ireland) e Cibio dell’Università di Trento. Sono stati analizzati centinaia di migliaia di genomi per cercare di rispondere a queste domande. Lo studio è stato condotto nell’ambito del progetto Master (Microbiome Applications for Sustainable food systems through Technologies and Enterprise), uno dei principali finanziamenti Eu agli studi sul Microbioma di Horizon 2020 (www.master-h2020.eu).
L’impronta digitale di un microrganismo è il suo Dna, il suo genoma. Analizzando centinaia di migliaia di genomi di batteri lattici presenti in alimenti e in campioni intestinali umani provenienti da tutto il mondo, i ricercatori hanno evidenziato che i batteri lattici da alimenti sono così simili a quelli presenti nell’intestino dell’uomo che e’ lecito ipotizzare che la fonte principale di questi batteri per l’uomo siano proprio alimenti come yogurt e formaggi. In quest’ottica, gli alimenti fermentati ricchi in batteri lattici possono anche essere considerati come “potenzialmente e naturalmente funzionali”.
Superate le barriere gastriche, quanti di questi microrganismi arrivano all’intestino? E quanti vanno a far parte della grande comunità del microbioma intestinale? Attraverso moderni algoritmi di analisi computazionale sono stati ricostruiti genomi di batteri lattici da circa 300 alimenti e quasi 10mila campioni biologici umani provenienti da diversi continenti, verificando la distribuzione dei batteri lattici in base all’origine geografica, all’età e allo stile di vita dei soggetti coinvolti. In generale gli studiosi hanno rilevato una prevalenza variabile, dipendente dal livello di occidentalizzazione nello stile di vita, e un’abbondanza relativa di batteri lattici piuttosto bassa nell’uomo soprattutto se comparata con i più alti livelli degli altri membri del microbioma intestinale. I batteri lattici più frequentemente ritrovati sono Streptococcus thermophilus e Lactococcus lactis, molto comunemente diffusi in yogurt e formaggi. Sono stati inoltre confrontati circa 3mila genomi di batteri lattici: l’elevato livello di similarità di quelli provenienti dagli alimenti e dall’uomo suggerisce che effettivamente il consumo di alimenti ricchi in batteri lattici può arricchire il nostro intestino di microrganismi potenzialmente probiotici.