Una frode milionaria nel commercio di auto di lusso al centro dell’operazione congiunta della Direzione Territoriale II – Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta dell’Agenzia Dogane e Monopoli (Adm) e del comando provinciale di Genova della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura del capoluogo ligure, nella persona del sostituto procuratore Maresca.
31 funzionari di Adm e 50 militari delle Fiamme Gialle, infatti, hanno eseguito nove misure cautelari personali – tra Genova, Roma, Avellino e Savona – nei confronti di altrettanti indagati considerati parte integrante del sodalizio criminale venuto alla luce nel corso delle indagini (in particolare, tre custodie cautelari in carcere e due arresti domiciliari e quattro obblighi di dimora), nonché il sequestro preventivo per equivalente di beni per oltre 1 milione di euro ed il sequestro preventivo di una Agenzia di pratiche auto sita in Genova. Eseguite anche perquisizioni locali in quattordici siti ubicati nelle province di Genova, Savona, Milano, Roma ed Avellino. I reati contestati sono relativi ad un’associazione per delinquere, finalizzata alla dichiarazione fraudolenta Iva, mediante emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento di scritture contabili e falso in atto pubblico.
L’indagine è nata da una attività investigativa condotta dai funzionari di Adm, incrociatasi con analoga attività della Guardia di Finanza di Genova, che ha portato alla luce l’esistenza di un’associazione per delinquere, radicata nel capoluogo ligure e operante già dal 2016, finalizzata a consentire il vorticoso acquisto di veicoli, anche di alta gamma, di provenienza sia intracomunitaria che nazionale, in totale evasione di Iva e la loro successiva rivendita sul territorio (soprattutto a favore di acquirenti finali ubicati nelle regioni del Centro – Sud Italia) ad un prezzo nettamente inferiore rispetto a quello praticato dalla concorrenza. Le condotte criminali, secondo quanto accertato, sono state poste in essere attraverso un complesso e sofisticato sistema fraudolento basato sull’interposizione di società “cartiere” con incessante utilizzo di soggetti “prestanome”.
Le attività illegali del sodalizio sono state portate a compimento grazie al ruolo fondamentale ed indispensabile svolto da un’agenzia di pratiche auto genovese che, in contrasto con le funzioni pubbliche ad essa assegnate, ha dato favorevolmente corso, nel tempo, alle numerose richieste illecite di immatricolazione di autoveicoli provenienti dal gruppo criminale. Per gli acquisti intracomunitari veniva presentata documentazione falsa presso gli Uffici della Motorizzazione Civile al momento dell’immatricolazione dell’automobile, in modo da far apparire gli stessi come effettuati dal soggetto privato e dunque già assoggettati ad Iva nel Paese di origine. Per gli acquisti di auto da fornitori italiani il sistema era quello di simulare la propria condizione di esportatore abituale emettendo lettere di intento false, grazie alle quali i veicoli venivano acquistati senza di fatto corrispondere l’Iva dovuta.
Le lunghe ed articolate indagini, coordinate dal pm Maresca – durate oltre due anni anche attraverso intercettazioni telefoniche ed indagini finanziarie – hanno portato alla compiuta individuazione di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella frode architettata ai danni dell’Erario, che ha comportato l’evasione di oltre 9 milioni di euro di Iva oltre che delle imposte sui redditi: dai capi dell’organizzazione criminosa (colpiti dalle misure custodiali) ai soggetti prestanome che – di volta in volta – venivano da questi posti a capo delle diverse società “cartiere”, ai soggetti incaricati della distribuzione sul territorio nazionale delle vetture acquistate in evasione dell’Iva, alle persone che falsificavano la documentazione necessaria per l’immatricolazione o il trasferimento dei veicoli comunitari o nazionali, sino ad alcuni collaboratori operanti all’estero nonché società estere direttamente gestite dai sodali.