Traffico di droga nel Casertano: 7 arresti contro clan Belforte

di Redazione

Nella mattinata del 3 giugno, tra le province di Caserta e Latina, i carabinieri del nucleo investigativo di Caserta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, nei confronti di 7 persone, ritenute, a vario titolo, responsabili di associazione di tipo mafioso al clan Belforte (“Mazzacane) di Marcianise e traffico di sostanze stupefacenti. In carcere: Concetta Buonocore, 58 anni; Michele Maravita, 33; Consiglia D’Angelo, 46; Agostino Vergone, 31. Ai domiciliari: ferruccio Coppola, 32: Umberto Giglio, 36; Giuseppe Orefice, 43.

La misura cautelare ha colpito affiliati di spicco del citato sodalizio, tra i quali, Concetta Buonocore, moglie di Antonio Della Ventura, detto “Il Coniglio”, capozona a Caserta dei “Mazzacane”, ed il genero di questi Michele Maravita. Quest’ultimo – avvalendosi del potere intimidatorio derivante dall’appartenenza al clan – ha gestito il traffico di sostanze stupefacenti nel capoluogo. I provvedimenti restrittivi costituiscono il risultato di un’attività investigativa, condotta attraverso attività tecniche e servizi di osservazione, coordinata dalla Procura Antimafia, avviata nell’aprile 2017, che ha consentito di accertare che: Concetta   Buonocore, nonostante il suo stato detentivo, era costantemente messa a conoscenza della situazione esterna da congiunti e collaboratori, e manteneva pertanto un costante controllo delle attività illecite del gruppo criminale, organizzando addirittura “regolamenti” di conti nei confronti di soggetti che avevano mancato di rispetto al genero Michele;  Michele Maravita, per conto della suocera, aveva assunto la direzione degli affari di famiglia gestendo le attività commerciali (una sala scommesse a Casagiove, un parcheggio e un negozio di animali a Maddaloni), dirigendo le attività illecite (stupefacenti, usura, estorsioni e riciclaggio) e provvedendo al sostentamento dei propri collaboratori e dei detenuti. Di fatto il punto di riferimento per gli altri appartenenti e affiliati al clan su Caserta, Maddaloni e comuni limitrofi.

Inoltre, secondo gli inquirenti, Agostino Vergone era il braccio destro di Maravita e si occupava principalmente della conduzione delle piazze di spaccio fornendo (e talvolta imponendo) le sostanze stupefacenti ai vari pusher; Consiglia D’Angelo, ritenuta la faccendiera di Maravita, poneva in essere tutte le condotte necessarie per preservare l’operatività del gruppo criminale, come ad esempio il reperimento di telefoni cellulari e di schede telefoniche intestate a soggetti fittizi e l’organizzazione degli accompagnamenti in carcere per le visite alla Buonocore e ai Della Ventura. Le piazze di spaccio di Maravita erano materialmente gestite da Vergone, che si avvaleva dei pusher Ferruccio Coppola, Umberto Giglio e Paolo Cinotti. Lo stupefacente (cocaina, hashish e marijuana) arrivava da diverse zone del napoletano con Giuseppe Orefice che si occupava dell’intermediazione, in particolar modo per l’hashish.

Un giro d’affari di svariate migliaia di euro settimanali che consentiva a Maravita di mantenere un tenore di vita molto elevato, caratterizzato da numerosi eccessi come viaggi all’estero in residenze di lusso, gite in barca e puntate ai casinò. La deviazione della processione religiosa della SS. Vergine Delle Grazie fin sotto la casa di famiglia, nel luglio 2017, è stata la dimostrazione dell’influenza e della forza del clan nella frazione Santa Barbara di Caserta. Nel maggio 2017 ci sono anche stati dei momenti di tensione poiché Cinotti aveva intenzione di rendersi autonomo dal gruppo di Maravita. Quest’ultimo, la sera del 23 maggio, aveva organizzato un agguato e lo aveva aggredito insieme ad altri soggetti, tra i quali Agostino Vergone, che nell’occasione aveva anche esploso un colpo d’arma da fuoco fortunatamente senza conseguenze. L’attività investigativa ha quindi confermato la piena attività del clan Belforte, con particolare riferimento ai comuni di Caserta e Maddaloni. IN ALTO IL VIDEO

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