Aversa (Caserta) – Fallimento con conseguenti dimissioni. Le opposizioni dopo un anno di amministrazione Golia e l’andata “sotto” in Consiglio comunale grazie al “fuoco amico” di sei “dissidenti”, non usano mezzi termini nei confronti del sindaco. Proprio Alfonso Golia, da parte sua, sferza la maggioranza: «C’è una distanza, oltre che politica, a questo punto, anche umana con alcuni consiglieri. Per alcuni quello che si decide nelle riunioni di maggioranza e nei gruppi consiliari non vale nulla anzi viene contraddetto. La politica è confronto, c’è la tesi l’antitesi ma poi c’è la sintesi. Nulla è servito riunirsi per confrontarsi, condividere e approfondire i temi oggetto del consiglio comunale. Anzi, contraddicendo palesemente se stessi rilevo approssimazione e poca coerenza». Parole dure che il sindaco Golia rafforza: «Prendo atto che per alcuni consiglieri la linea politica condivisa e decisa insieme non vale nulla. Noi, invece, siamo abituati a dire ciò che facciamo e a fare ciò che diciamo. Le persone che non mantengono gli impegni condivisi sono lontani dalla ‘politica che serve’, quella politica che meno di un anno fa ha dato vita alla rivoluzione delle coscienze. Ed io con tantissimi altri quell’impegno continueremo coerentemente a mantenerlo».
Dalle opposizioni, dopo le reazioni di Gianluca Golia, quelle del Movimento 5 Stelle con Roberto Romano: «Il sindaco è ostaggio della sua coalizione. Le dimissioni rappresentano l’unica strada dignitosa da percorrere. Questa amministrazione, invece di affrontare i veri problemi irrisolti della città, pensa a dare il peggio di sé stessa». «In occasione dell’ultimo Consiglio comunale – continua Romano – facendo pretestuosi emendamenti per ‘contarsi’ sulle nomine dei componenti delle commissioni da eleggere, ha messo in minoranza se stessa e le proposte del sindaco». Parla di «sconfitta di un sindaco dai grandi ideali» e di «delusione» il leghista Luigi Dello Vicario, che continua: «Sono parole che non avrei mai voluto pronunciare, ma sono costretto da ragioni di onestà intellettuale. Alfonso Golia in campagna elettorale ha promesso di: ripartire dall’anno zero; mettere in discussione le logiche che per lungo tempo hanno contraddistinto questo territorio; agire in discontinuità dal modo di fare politica delle passate amministrazioni e di operare quindi un salto culturale. Non ha tenuto fede a nessuna delle sue promesse». «In Consiglio Comunale colto da delirio di onnipotenza – continua Dello Vicario – ammoniva il Civico Consesso di aver ottenuto il 70% dei voti degli aversani facendo capire che chi comandava era lui. Poi, un emendamento di “lesa maestà” dei suoi consiglieri lo mandava in tilt tanto che si inventava una inesistente pregiudiziale per evitare il voto, venendo sonoramente battuto». E, dulcis in fundo, invertiva un ordine del giorno senza un giustificato motivo, mostrando una totale sfiducia nella sua maggioranza».
Sull’episodio che lo ha visto soccombere sotto i colpi della sua stessa maggioranza, il sindaco ha dichiarato: «Sul piano politico questa procedura non era stata rappresentata né in Commissione Bilancio né nella riunione di maggioranza; sul piano prettamente tecnico del caso in questione, vale a dire dei debiti fuori bilancio, già nella delibera portata in consiglio comunale è previsto per legge l’invio della documentazione alla Corte dei Conti, quindi è una procedura già consolidata, mi stupisco come i firmatari non ne fossero già a conoscenza. Risulta, quindi, evidente che la richiesta era del tutto pretestuosa». Fatto sta che in Consiglio comunale, quando si stavano votando i debiti fuori bilancio, il sindaco Golia è finito sotto perché gli hanno votato contro cinque consiglieri della sua stessa maggioranza (Luisa Motti, Eugenia D’Angelo, Paolo Santulli, Francesco Forleo e Imma Dello Iacono) mentre un sesto, il presidente del Consiglio comunale Carmine Palmiero, si è astenuto come i due consiglieri che molti vorrebbero quali eventuale stampelle di questa traballante coalizione: Giovanni Innocenti e Olga Diana. Un episodio che ha ufficializzato quelle che prima erano solo voci di corridoio, gettando non poche ombre sul futuro, anche immediato, di questa maggioranza, considerato che entro il prossimo 31 luglio dovrà essere approvato il bilancio per l’anno in corso pena lo scioglimento del civico consesso e il ritorno alle urne.