Aversa (Caserta) – Ora che la pandemia sembra essere in procinto di lasciare l’Itala è iniziata la ricerca delle responsabilità e dei responsabili dei grandi numeri negativi che l’hanno, e la stanno ancora, sia pure in minor misura, caratterizzata. E c’è chi si attribuisce meriti che, forse, non ha, stando al servizio messo in onda il 1 giugno da Report, avocando a sé il buon andamento della pandemia in Campania e dimenticando il positivo realizzato da ospedali come il “San Giuseppe Moscati” di Aversa che prima della pandemia era agli onori delle cronache per inefficienze, vere o presunte, carenza, questa indubbiamente, vera di personale medico, infermieristico ed ausiliario. Una condizione che poco era compatibile con il garantire una buona assistenza territoriale.
Con queste premesse ci siamo chiesti cosa potesse essere accaduto al Moscati in questo lungo periodo di emergenza. Nuovi problemi? Nuove inefficienze? Nuove condizioni di assistenza negative create dalla riduzione di personale trasferitosi altrove dalla linea di fuoco rappresentata dall’ospedale cittadino o semplicemente andato in pensione e non sostituito? Abbiamo posto queste domande a Giuseppe Nacchia, rappresentante sindacale della Fials nel presidio ospedaliero aversano. Un sindacalista, lavoratore, a differenza di quelli che approfittano della qualifica per defilarsi dal servizio per il quale furono o sono stati assunti, che ha sempre detto pane al pane e vino al vino. Ed ecco quanto ha risposto con una nota siglata a nome del gruppo dirigente del sindacato. “Fra le tante domande postemi, tengo a precisare che la dottoressa Rosa Raucci (era andata via, ndr) da febbraio è tornata ad occupare il suo posto, con grande professionalità ed abnegazione, cosa che la rende unica. La mia ammirazione nei suoi confronti è immensa, anche se spesso ho delle vedute diverse e degli scontri anche accesi, soprattutto sul modo di rapportarsi con gli altri, è il suo carattere spigoloso, ma ha il pregio di essere una grande professionista. So che questo mio pensiero non troverà d’accordo tanti, ma nelle sedi dedicate io spenderò sempre una parola in suo favore”.
“All’inizio della pandemia – continua Nacchia – il direttore sanitario era il dottor Bruno Tornincasa, che aveva sostituito mesi prima la dottoressa Maffeo, e che per problemi personali ha lasciato l’incarico, venendo sostituito dal dottor Arcangelo Correra. Forse realmente il Covid-19 ci sta cambiando ma ha retto l’impatto pandemico e le carenze strutturali con grande competenza e con poter decisionale sulle scelte da intraprendere. La struttura esterna al nosocomio è una tenda da campo come se ne sono viste tante nei vari telegiornali, data dalla Protezione Civile, ed è servita a fare una sorte di pre-triage dagli infermieri del Pronto Soccorso, in modo da convogliare i pazienti sospetti nel percorso Covid e indirizzando tutte le altre patologie in un percorso pulito. Mettendo in atto protocolli appropriati. Ultimamente la Regione Campania ha montato sempre in Pronto Soccorso una stanzetta a pressione negativa, nel caso di pazienti con Covid. A quanto mi risulta poco o mai usata, e meno male, visto che la presenza di pazienti sospetti e con relativo tampone positivo ultimamente sono quasi pari allo zero”.
“Nel presidio ospedaliero di Aversa, in Patologia Clinica diretta dal dottor Petrella, – spiega ancora Nacchia – vengono processati innumerevoli tamponi provenienti da tutto il territorio e quelli effettuati ai dipendenti, Inoltre sono stati effettuati anche test sierologici sia al personale che all’utenza. All’inizio della pandemia, che ha colto un po’ tutti impreparati, sto parlando di fine febbraio, non c’erano tamponi per i pazienti, non c’erano mascherine per il personale, e non nascondo che ci siamo autotassati per comprarci Dpi (Dispositivi di Protezione Individuali) a nostre spese, in quanto quei pochi disponibili venivano centellinati. Poi la cosa si è normalizzata con l’arrivo degli stessi, ed è in questo contesto che ho avuto modo di apprezzare il ruolo del direttore sanitario Correra, molto decisionista e con l’apporto di tutti i direttori delle Unità Operative, del Capo Dipartimento Materno Infantile, dottor Perri, sono state allestite stanze per branche specifiche nel caso di pazienti positivi. Basti pensare che è stata adibita la TC di Pronto Soccorso, con l’apporto del Direttore della Uoc di Radiologia, dottoressa Giovine, prettamente per poter effettuare ai pazienti sospetti Covid-19 la TC (Computed Tomography) del Torace direttamente nell’area Covid del Pronto Soccorso, dando un apporto essenziale per la Diagnosi di Polmoniti Interstiziali, e dando un grosso contributo ad arginare il diffondersi del virus nelle altre Unità Operative del presidio”.
“Questo – sottolinea Nacchia – è un mio parere, ma è un modo intelligente di fare sanità! Chiaramente il mio e il nostro giudizio come Fials è sull’operato visibile, saremmo sempre vigili e critici nel caso in cui le cose dovessero andare diversamente. Quanto all’assunzione di nuovo personale, al momento le criticità si stanno affievolendo (vedi personale del Comparto soprattutto Infermieri ne sono arrivati, ma anche altri professionisti ) chiaramente i contratti stipulati sono a termine sia a tempo determinato da una graduatoria dell’Asl di Avellino, che co.co.co, quest’ultimi assunti per l’emergenza Covid-19, ma l’azienda sta provvedendo a fare vari concorsi per varie qualifiche professionali pubblicati già sulla Gazzetta Ufficiale di una settimana fa, di cui 100 infermieri. Anche la situazione della dirigenza medica sta migliorando con varie assunzioni e vari concorsi”.
“Adesso, dopotutto, bisognerà pensare al futuro, dopo che sul campo è rimasto vittima di questo maledetto virus, come il compianto segretario generale provinciale Fials di Napoli, Roberto Maraniello, mio coetaneo, e alle risposte da dare a tutti i pazienti che usufruiscono del Moscati di Aversa, a cominciare dagli oncologici ed ematologici, mai lasciati alla deriva, in quanto anche nei momenti drammatici, sono stati seguiti soprattutto per quanto riguarda i follow-up radiologici Tc Total Body, riaprire gli ambulatori, ritornare ad effettuare interventi chirurgici di routine, aprire il nosocomio a nuove Unità Operative come previste dal Piano Regionale, ad una seconda sala di Emodinamica, da aggiungere nel Uoc di Cardiologia-Utic del dottor Fattore, riaprire il reparto di Orl al più presto, attualmente posto in regime ambulatoriale. Per concludere, un invito vorrei farlo alla classe politica della nostra zona, poco visibile, tranne nelle occasioni di qualche foto di routine, dovrebbero vivere di più il nostro territorio anche con la presenza fisica e non solo tramite comunicati social”.