Aversa (Caserta) – Dalle parole ora è il momento di passare ai fatti. Questo il senso della “maratona” di manifestazioni regionali indette dalla Fials, il sindacato del personale sanitario più numeroso dell’Asl Caserta, per i giorni 25 giugno, 24 luglio, 10 settembre e 19 ottobre, che, in una nota, contesta al direttore generale per la Tutela della Salute e Coordinamento del Servizio Sanitario Regionale le discrepanze, appunto, tra parole e fatti verificatesi in questo periodo di emergenza.
«L’attuale pandemia del Covid-19, spogliandoci dal superfluo, – sostiene la Fials – ci ha restituito la consapevolezza della fragilità dell’esistenza e della preziosità della vita. Infatti, l’abnegazione del personale sanitario impegnato a sottrarre i malati dalle grinfie della morte anche a costo della propria vita, è una nobile testimonianza dell’alto valore della vita. Accanto a questo encomiabile impegno – continua la nota – è tuttavia avvilente vedere il Governo impegnato prima in un’autoreferenzialità verso gli stessi operatori sanitari e successivamente in un “ingrato” riconoscimento premiale. Gli operatori sanitari si attendevano maggiore concretezza politica dal Governo nel concedere risorse economiche di consistente “premialità”. Invece, il governo ha stanziato per la nostra regione solo 23.288.405 euro con il Decreto Cura Italia e 17.673.453 euro con il Decreto Rilancio ai fini di incrementare i fondi contrattuali della dirigenza sanitaria e del personale del comparto per le maggiori spese sostenute in questi periodi di pandemia, e per la parte residuale, del tutto insufficienti, per la premialità degli operatori sanitari».
«L’insufficienza delle risorse stanziate dal livello nazionale rendono necessario – sottolinea la segreteria regionale Fials – l’intervento della Regione Campania con lo stanziamento in bilancio di congrue risorse aggiuntive, tenendo anche conto del sistema della tassazione che ha ingenerato profonde disuguaglianze che hanno caratterizzato il disconoscimento delle varie professionalità e competenze. Questo non è avvenuto, scarse risorse economiche ed una premialità “ingrata”, rapidamente “grazie” e “arrivederci”». Da qui l’indizione di una “maratona” a livello regionale che si concluderà con una grande manifestazione. «Giovedì 25 giugno – annuncia la Fials – dinanzi alla sede della Regione Campania, al Centro Direzionale di Napoli, per “non dimenticare” tutti i professionisti sanitari che con grande professionalità e sacrificio hanno affrontato l’emergenza pandemica in questi mesi, per “manifestare” disagio, rabbia per la mancata considerazione di premialità e la paura per un “futuro” quanto mai incerto per il “rinnovo contrattuale”. Il Decreto Rilancio ha messo a disposizione fondi di un’entità mai vista nell’ultimo decennio per investirli in un vero “rilancio della sanità” dopo decenni di disattenzione e di tagli di posti blocco del turn over del personale, ma bastano. Servono interventi strutturali per il “rilancio della sanità pubblica e “riconoscimento professionale ed economico».
Sintetico e significativo il commento finale della nota trasmessa del segretario regionale Fials, Salvatore Stabile: «Non vorremmo assistere al licenziamento dei tanti infermieri e Oss ed altri operatori assunti per esigenze di Covid-19, tantissimi dipendenti chiamati a ricucire i tagli della sanità con condizioni lavorative che rasentano lo sfruttamento della precarietà e poi, come sempre è avvenuto, “usati e buttati”. Necessita un piano straordinario di assunzioni con il necessario reintegro degli organici dopo decennali tagli che hanno portato il nostro Paese e la stessa nostra Regione con il numero del personale della sanità, specie infermieri e professioni sanitarie, a un livello “molto inferiore alla media europea”. Sono necessari investimenti strutturali su acquisto di nuovi strumenti dagli ecografi alle tac, dai laboratori di analisi ai robot. Questa pandemia ha solo dimostrato l’ovvietà di ciò che già era: i professionisti sanitari sono il pilastro del servizio sanitario, non possiamo pensare di investire sulla sanità e sul Sistema Paese senza dare il giusto riconoscimento economico e professionale a tutti loro. Per questo chiediamo che con i soldi del “Mesi’ sarebbe possibile avviare il rilancio della sanità, aumentare la motivazione del personale sanitario con una retribuzione economica che si avvicini a quella media europea ed avviare, da subito, il rinnovo contrattuale 2019-2021».