Estorsioni a imprenditori di Teano, presi “compare di Cutolo” e referente clan Papa

di Redazione

La Squadra Mobile di Caserta ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di sette persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di concorso in estorsione, consumata e tentata, lesioni personali, porto di strumenti atti ad offendere, tentata violenza privata e minacce. Si tratta di reati pluriaggravati, riuniti sotto il vincolo della continuazione, perpetrati nell’agro di Teano dal 2016 al dicembre 2018, e per i quali è stata ritenuta sussistente l’aggravante del metodo mafioso poiché commessi avvalendosi della forza di intimidazione del clan camorristico dei casalesi.

In carcere sono finiti: Michele Giuliano Aria, 60 anni, di Teano; i figli Armando Aria, 39 anni, Michele jr. Aria,  32, domiciliato in Lombardia; Lorenzo Corbisiero, 50 anni, di Teano; Paride Corso, 35, d Teano; Francesco Faella, 59, di Teano; e Salvatore Salerno, 44, di Calvi Risorta. Sono stati rintracciati dai poliziotti dalla Squadra Mobile di Caserta, con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Campania, del Reparto Volo e del Reparto cinofili di Napoli, nonché in provincia di Varese, dove ha operato la locale Squadra Mobile.

Gli elementi probatori alla base dell’emissione della misura sono stati acquisiti nell’ambito di un’indagine che, sviluppata dalla Squadra Mobile casertana, con il coordinamento dalla Dda di Napoli, ha permesso di far luce sulle più recenti dinamiche criminali che hanno visto protagonista Michele Giuliano Aria, ex “cutoliano” ed esponente locale del clan dei casalesi. Questi, come emerso dalle investigazioni, sviluppate attraverso attività tecniche di intercettazione, telefonica e telematica, ma anche tramite investigazioni “tradizionali”, quali appostamenti, pedinamenti e perquisizioni, avvalendosi della collaborazione dei figli Michele jr. e Armando, nonché di Francesco Faella, Paride Corso e Salvatore Salerno, quest’ultimo referente di zona del federato clan Papa, ha estorto a più riprese ad alcuni imprenditori del luogo, in cambio del suo avallo all’esercizio dell’attività economica, il versamento di ratei estorsivi di diverse entità, da somme di 200/300 euro mensili, fino al richiesto ammontare di un terzo dei guadagni.

Per costringere le vittime ad assecondare le continue richieste di denaro, gli indagati si sono resi autori, a vario titolo, di danneggiamenti e molteplici episodi di violenza, come minacce di morte e aggressioni fisiche, anche con armi improprie – quali mazze da baseball e altro – all’uopo portate con sé. Al fine di rendere più concrete le minacce, Michele Giuliano Aria, che si è presentato come “compare di Cutolo”, ha sempre anteposto alle richieste la sua attuale appartenenza al clan dei casalesi, non omettendo di ostentare la commissione, in passato, di gravi delitti di sangue. “La gente bisogna sgozzarla… Dobbiamo comprare due asce… ti faccio vedere come si stacca la testa alla gente”, ha detto a Paride Corso durante una telefonata intercettata. Per le medesime finalità vessatorie, Aria si è proposto anche quale intermediario, tra gli imprenditori e terzi fornitori, per rientrare dei crediti da questi vantati, così esercitando sulle vittime una più intensa pressione.

Nel corso delle indagini sono state accertate ulteriori forme di violenza, sfociate in minacce di morte, aggressioni fisiche e danneggiamenti anche verso altri imprenditori della zona. In questo caso, forte della sua nota appartenenza al sodalizio camorristico casalese, Aria ha agito col concorso di Corbisiero, noto pregiudicato della zona. IN ALTO IL VIDEO

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