12mila tonnellate di rifiuti speciali ammassate in capannoni del Napoletano: 11 arresti

di Redazione

Oltre 12mila tonnellate di rifiuti speciali, tra indumenti usati, accessori per l’abbigliamento, pezzami da lavorazione e scarti tessili, tutte smaltite illegalmente e senza rispettare le procedure previste dalla normativa ambientale. A scoprire il traffico illecito sono stati i finanzieri del comando provinciale di Napoli che questa mattina, nell’ambito dell’operazione ‘Hercules’, hanno dato esecuzione a un’ordinanza nei confronti di 17 persone, una delle quali finita in carcere, dieci ai domiciliari e sei raggiunte dalla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono accusate di far parte di un’organizzazione criminale, operante nelle province di Napoli e Caserta, dedita alla realizzazione di un ingente traffico illecito di rifiuti speciali.

Le attività investigative, condotte dai finanziari del gruppo di Torre Annunziata e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, sono partite nel gennaio 2018 a seguito di un sequestro eseguito in tredici capannoni di Pompei dove erano state ammassate 6mila tonnellate di rifiuti speciali. Dal quadro indiziario “è emersa – si legge in una nota diramata dalla Guardia di finanza – la sussistenza di una sistematica raccolta e movimentazione di rifiuti” provenienti da aziende di tessuti e abbigliamento e operanti nel settore del relativo trattamento e smaltimento. Queste imprese, terminato il ciclo di trasformazione, trovavano più conveniente liberarsi in maniera illegale dei rifiuti prodotti “sottraendosi, in termini di autorizzazioni e tracciabilità, alle più onerose procedure previste dalla normativa ambientale di settore, lucrando enormi profitti derivanti dal risparmio sulle spese che avrebbero dovuto sostenere”.

Le oltre 12mila tonnellate di rifiuti speciali, di cui i finanzieri sono riusciti a ricostruire il trasporto, venivano stoccate illecitamente, anche grazie al coinvolgimento di alcuni autotrasportatori, in enormi capannoni nei comuni di Napoli, Melito, Boscotrecase, Terzigno, Pompei e Castellammare di Stabia, presi in affitto da ignari proprietari ai quali l’organizzazione spesso non corrispondeva neppure il canone di locazione pattuito. Quando i capannoni erano pieni venivano abbandonati “con il concreto rischio – spiega la guardia di finanza – di cagionare un disastro ambientale di vaste proporzioni, di provocare allarme sociale e di attentare alla salute dei cittadini se si pensa alle nefaste conseguenze derivanti in caso di incendio”. Sono in corso altre perquisizioni nei confronti degli indagati e sequestri di ulteriori depositi utilizzati dal gruppo per “accatastare e lasciare in totale stato di abbandono i rifiuti speciali creando delle vere e proprie bombe ecologiche”. IN ALTO IL VIDEO

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